“LONG LIVE THE QUEEN”: L’IMMORTALE MUSICA DI FREDDIE

Long live the Queen è uno spettacolo pensato appositamente per i teatri, che si distingue da un semplice tributo alla storica band, sia come qualità che come format. E’ in realtà un evento emozionante per chi ama la musica di Freddie Mercury e compagni. Il musical è arricchito dalla presenza di un quartetto d’archi impreziosito da giochi di luci che mettono in risalto la formazione rock di musicisti di grande esperienza.

La pièce è in scena al Teatro Nuovo di Milano dal 1° ottobre al 15 novembre e vede protagonisti Giuseppe Malinconico, Kim Marino, Paolo Barbieri e Sebastiano Zanotto, che eseguiranno i brani di maggior successo dei Queen, da We will rock you a We are the champions, solo per citarne un paio.

Intervista a Giuseppe Malinconico (Freddie Mercury)

“Perché questo spettacolo è qualcosa in più di un semplice tributo?”

“Il problema principale di molti tributi è che c’è una tendenza a riproporre tale e quale lo spettacolo originale del gruppo di riferimento. Ovviamente questa è la chimera di ogni omaggio, quella cioè di raggiungere la perfezione. E’ quello che cerchiamo di fare anche noi perfezionandoci live dopo live. Però, essendo anche tutti musicisti con un’attività fuori dal tributo e che hanno scritto composizioni proprie, dopo un po’ di tempo ci è venuto a mancare un po’ il desiderio di metterci del nostro, senza uscire dal tracciato e senza rovinare la musica dei Queen. Conoscendo il passato di Freddie Mercury e le sue passioni al di fuori della musica dei Queen come l’opera, la musica lirica, il balletto o la musica classica, abbiamo pensato di metterci qualcosa in più per diversificarci dagli altri spettacoli-tributo che si possono trovare in giro per l’Italia e in Europa.”

“Hai avuto delle difficoltà ad entrare nel personaggio di Freddie Mercury?”

“Delle vere difficoltà no. Le ho trovate più che altro nel perfezionamento, perché sin da bambino guardavo i vari dvd e le cassette che mio papà mi mostrava e mi divertivo a imitarlo. Poi, quando già da grande, tre anni fa, a 24 anni ho cominciato a muovermi in sala prove, ho visto che c’era del lavoro da fare e quindi ho iniziato a guardare i video e a copiare le sue movenze, cercando di imitarlo nel modo migliore possibile davanti allo specchio. I ragazzi mi sono stati vicino per aiutarmi a perfezionarmi, perché la cosa bella dei Break Free è che c’è un grande lavoro di squadra. Siamo tutti molto pignoli e nel momento in cui uno esce dal personaggio e non riesce a identificarsi bene, ci sono gli altri che glielo fanno notare e che cercano di dare consigli. Abbiamo preparato dei montaggi con le scene più importanti di ogni membro della band e li abbiamo studiati per cercare di impersonarli nel modo migliore possibile.”

“A che cosa si deve, secondo te, il successo dei Queen, che continua a durare nonostante l’assenza di Freddie Mercury?”

“I Queen sono sempre stati una band molto coesa. Da quello che si può leggere nelle interviste, avevano caratteri diversi e punti di vista musicali divergenti, però riuscivano a essere una band vera e propria e a fare un ottimo lavoro di squadra, cosa che ispira anche noi ogni giorno. E la cosa bella è che hanno creato un vero e proprio brand che va al di là di Freddie Mercury. Ogni membro dei Queen si è dimostrato insostituibile. Basta pensare al semplice singolo della chitarra di Brian May, che usano soltanto loro ed è identificativa; oppure alla voce di Roger Taylor. Anche se è rimasto un po’ nascosto dall’ombra degli altri tre, John Deacon è rimasto un compositore importantissimo per la carriera discografica dei Queen e ha fatto molto a livello commerciale. Quindi il potere di non essere solo Freddie Mercury sta proprio nel fatto che tutti quanti avevano delle peculiarità importanti all’interno della band. Brian May è un ottimo marketer, è molto bravo a nascondere sempre qualcosa della storia dei Queen e a pubblicarla una volta all’anno. Stiamo vedendo ora molti live e molti inediti vecchi di anni: loro sono stati bravi a mantenere il desiderio e la ‘fame’ di molti fan di conoscere sempre di più. Adesso penso che abbiano raggiunto l’apice con il film che sta per uscire.”

“C’è un brano cui sei maggiormente affezionato rispetto ad altri?”

“Sono affezionato alle ballad, che sono quelle che ci hanno fatto emozionare di più, in particolare ‘Too much love will kill you‘ , che è stata interpretata da Freddie Mercury in maniera splendida. Però quando ho scoperto che era scritto da Brian May, ci sono rimasto un po’ male perché sono sempre stato un fan di Freddie Mercury e poi dei Queen in generale. Questo mi ha fatto scoprire l’importanza di circondarsi di elementi che possano portare la band ai livelli a cui è attualmente e a cui rimarrà per sempre.”