“QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA STAR”: UN UOMO DISPERATO

Ambrogio Fumagalli è un piccolo imprenditore, fondamentalmente onesto, che sta attraversando un periodo di grave difficoltà economica. E’ oppresso dai debiti e, quando arriva l’ennesima cartella erariale, sprofonda nella disperazione. Fra l’altro, un suo amico che lavora nella Guardia di Finanza, lo avverte che è oggetto di un’inchiesta e che i suoi telefoni sono sotto controllo. Ambrogio non sa davvero che pesci prendere, finché nella sua mente, ormai provata, si fa strada l’unica soluzione possibile: una rapina in banca.

Quel pomeriggio di un giorno da star è l’ultimo spettacolo della stagione 2017-2018 in cartellone al Teatro Manzoni di Milano dal 3 al 20 maggio. Scritto da Gianni Clementi e diretto da Ennio Coltorti, vede protagonisti Corrado Tedeschi, Brigitta Boccoli, lo stesso Coltorti, Patricia Vezzuli, Claudio Moneta, Tullio Sorrentino, oltre alla partecipazione video di Licia Amendola e Marilyn Gallo.

Intervista a Corrado Tedeschi

“Cosa spinge un uomo fondamentalmente onesto come Ambrogio a compiere un’azione estrema come quella di una rapina in banca?”

La necessità e la disperazione, anche se chiaramente non bisognerebbe arrivare a certi punti. Noi sfioriamo solamente un tema che a volte è stato anche molto drammatico e che lo è tuttora. Nasce tutto dal film di Sidney LumetUn pomeriggio di un giorno da cani” con Al PacinoE’ un film meraviglioso dove due disgraziati facevano una rapina. Però ai tempi diventarono degli eroi, perché era l’epoca della rivoluzione. Si attaccavano le banche e quindi il capitalismo. Noi sfioriamo solamente queste cose. Qui c’è un uomo disperato che decide con il suo segretario di irrompere in una banca non avendo mai preso un’arma in mano, per cui da quel momento succederà di tutto. 

“Quanto è grande la goffaggine dei rapinatori?”

E’ una componente essenziale per la comicità dello spettacolo. Sono totalmente goffi. Sono due persone normali e perbene che decidono di fare una rapina, quindi ogni frase diventa ridicola nelle bocche di chi non è un delinquente. 

“Per il personaggio di Marta cosa rappresenta questa rapina?”

Marta incarna una di quelle giornaliste che sfruttando fatti di cronaca anche drammatici farebbero qualsiasi cosa pur di avere un attimo di pubblicità e per fare lo scoop. Potrei farti anche tanti nomi televisivi, ma lasciamo perdere.

“Siamo di fronte a una satira che prende in giro una certa categoria di persone?”

Chi vuole vedere questo ce lo può vedere tranquillamente. E’ tutto trattato con leggerezza. E’ uno spettacolo fatto per divertire il pubblico, che però poi alla fine va via dicendo che c’è qualcosa di vero in tutto questo. Il finale è leggermente amaro e nostalgico e parla di un certo genere di cinema che io ho amato tantissimo. 

(intervista e riprese video di Andrea Simone)