Emma Rouault è diventata moglie di Charles Bovary, medico di provincia e vedovo da poco. Tutta presa da letture sentimentali, fatte in particolare durante la sua educazione in convento, sogna un’esistenza di passioni e avventure e rimane delusa dalla banale quotidianità del matrimonio.
Madame Bovary è in scena al Pacta Salone di Milano fino al 19 marzo. Tratto da Gustave Flaubert, lo spettacolo è diretto da Annig Raimondi, che ne è anche protagonista in scena con Riccardo Magherini.
La parola ad Annig Raimondi
Qual è il vero dramma di Emma Bovary?
L’impossibilità di vivere una vita che sogna. Madame è una donna che ha tanti desideri. Ha una formazione che le ha riempito la testa di sogni. Lei li insegue ma si scontra con una realtà, che è quella del paese in cui andrà a vivere una volta maritata con questo dottore inetto, anche se è una brava persona. Non è il principe azzurro che lei sognava.
Per di più il borgo nel quale va a vivere è fatto di banalità, di piccole cose, di implacabili rivalità e lei è una diversa che non riesce ad adattarsi a quella vita. Quindi il suo dramma è la lotta interna tra l’ideale e il reale che caratterizza persone con una natura barbara, come direbbe Flaubert, che si riteneva un barbaro come Madame, per avere la possibilità di vivere i propri sogni e desideri. Quindi Madame non riesce a trovare la strada per una normalità della vita quotidiana.
I suoi sono grandi amori, grandi passioni e grandi tormenti che creeranno un conflitto insanabile. Lei si riempirà di debiti e poi sarà un lento precipitare, un inferno, una vera discesa agli inferi e il modo in cui Flaubert descrive questa storia con un grande amore, ma anche prendendo la distanza da questa figura che lui trae dalla cronaca, è veramente di una crudeltà pazzesca. Lo è anche nel trattare la sua morte alla fine, per cui questi personaggi che sono delle marionette pirandelliane si chiedono perché vada a finire in maniera così atroce. Il modo in cui Flaubert descrive la sua morte per avvelenamento è veramente atroce. Lui era figlio di un medico, suo fratello era medico, quindi è una descrizione anche pertinente, scientifica ma terribile. E allora il personaggio si domanda il perché di questa fine.
Perché il piccolo mondo di Madame Bovary è comico nella sua piccola banalità?
Perché la vita è fatta anche di piccolezze, di piccole rivalità e questo mondo con il farmacista e l’esattore delle tasse è crudele ma anche comico, perché sono piccole figure che annaspano cercando di sopravvivere e sopraffacendo quelli che sono più fragili, perché lei, nonostante la sua forza interiore, è di una fragilità estrema. Soprattutto lei è moglie di un medico, infatti Madame Bovary non vuol dire Emma Rouault, che è il suo nome di nascita, ma è quello che ha acquisito come figura sociale e la figura sociale è fragile perché non rispetta il ruolo che le è stato assegnato.
Perché Emma Bovary è una ribelle?
Perché ha dei desideri che non coincidono con la routine di una vita di paese e della normalità accettata da tutti con i suoi compromessi. E’ una donna che rifiuta i compromessi.
Che cosa sogna in realtà Emma?
La felicità e quello è il suo principale obiettivo. Si potrà mai trovare la felicità?
- Intervista di Andrea Simone
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- Si ringrazia Giulia Colombo