Amore e morte, rivalità tra Capuleti e Montecchi e conflitti tra parola e sentimento sono di scena al Teatro Libero di Milano, dov’è in cartellone fino al 19 maggio la storia d’amore più famosa di sempre, Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Due ragazzi, un amore e un destino.
Adattato e diretto da Manuel Renga, lo spettacolo vede protagonisti Valerio Ameli, Francesca Muscatello, Denise Brambillasca, Antonio Valentino e Daniele Profeta.
Intervista a Manuel Renga
“A che cosa è dovuta l’antica rabbia tra Capuleti e Montecchi?”
“Storicamente viene dalla necessità di possesso, di avere e conquistare parte di quella società in cui vivono. Come sempre, la necessità di non condividere un bene comune come una città porta ad azioni prodotte da ragioni ignote. Questa necessità si trasforma in rabbia. Verona in quel periodo era dominata da famiglie che dettavano legge. C’è una parte interessantissima di Romeo e Giulietta in cui il principe racconta quasi come funzionava la legge di un despota a quel tempo: era il re della società e le famiglie si schieravano da una parte o dall’altra. Qui le colpe dei padri ricadono sui figli e le famiglie vomitano la propria rabbia addosso ai giovani, che in realtà non avrebbero intenzione di dare troppo peso a faide familiari.”
“In questo spettacolo è molto importante la musica. Che scelte avete fatto?”
“Francesco Lori ha composto interamente le musiche originali sia negli appoggi musicali ed emotivi dello spettacolo come i sottofondi sia in alcune parti cantate da Denise Brambillasca, che recita e canta. Abbiamo scelto di fare un adattamento drammaturgico di un’ora e quaranta con cinque attori anziché tredici o quattrodici. Quindi alcune parti sono state trasformate in una narrazione in cui mi sono preso una licenza poetica legata all’attività di storyteller di Shakesperare. Tutto parte dalla narrazione. Uno spettacolo di Shakespeare viene bene nel momento in cui la storia nella sua totalità raggiunge il pubblico. I momenti musicali mandano avanti la vicenda: mentre gli attori continuano ad agire, Denise Brambillasca canta alcuni brani con le parole di Shakespeare, perché l’adattamento drammaturgico prevede di mantenere il testo shakespeariano che non abbiamo riscritto in un linguaggio moderno.”
“Secondo te è giusto dire che dopo Romeo e Giulietta, poco o niente di nuovo è stato più scritto sull’amore?”
“Non sono del tutto d’accordo, perché Romeo e Giulietta parla del grande amore forte, sano e pulito, che viene contrastato dal nero e dal marciume della società genitoriale. Ai giorni nostri è però difficile trovare un amore così puro, forte e sicuro come quello raccontato da Shakespeare. L’amore di oggi, come la società odierna, è nevrotica. Sono amori più delicati, sull’orlo di una crisi di nervi e minacciati su tanti alti fronti, ma meritano di essere raccontati. Shakespeare ha fatto l’affresco immortale dell’amore puro e idealizzato.”
“Quanto è stato facile difficile conciliare l’ironia, presente nel testo, con una tragedia come questa?“
“Il testo è scritto talmente bene che sono compenetrate l’una nell’altra. Dunque quando la storia va verso la dimensione tragica, Shakespeare inserice ogni volta una situazione che riporta tutto alla dimensione ironica e divertente, perché scriveva per il pubblico. Quindi i continui salti di stile erano necessari per rendere accattivante la storia.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Libero per il supporto professionale