“MANICOMIC”: IL GRANDE RITORNO DELLA RIMBAMBAND

Sono in cinque. Sono una band. Suonano e sono più o meno consapevoli di essere tutti affetti da numerose patologie mentali: ansia da prestazione, disturbo della personalità multipla e sindromi ossessivo compulsive.

Dopo il grande successo del Natale 2017, la Rimbamband torna sul palcoscenico del Teatro Leonardo di Milano dal 14 al 24 marzo con Manicomic, uno spettacolo scritto da Raffaello Tullo, ovviamente protagonista anche in scena con gli altri quattro elementi della band: Renato Ciardo, Francesco Pagliarulo, Vittorio Bruno e Niccolò Pantaleo. Anche questa volta risate a crepapelle e grande musica garantite. La regia è di Gioele Dix.

Il trailer dello spettacolo

Intervista a Raffaello Tullo

“Quali sono le patologie di cui soffrono i cinque protagonisti dello spettacolo?”

“Ci sono quattro malati di mente e un medico. Niccolò soffre di una depressione strana perché è stato lasciato da una ragazza napoletana e ogni tanto gli parte una patologia bizzarra che nello spettacolo viene definita neomelodite. Vittorio invece non è riuscito a realizzare il sogno di una vita: ballare alla Scala; quindi è diventato un alcolizzato. Il rosso, cioè il pianista, ha un disturbo della personalità, per cui diventa una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde: riesce a essere un bambino innocuo ma anche un serial killer. Renato, il batterista, ha un altro disturbo della personalità multipla: si identifica nei personaggi di successo dopo una serie di sciagurati eventi che lo hanno traumatizzato nell’infanzia. Il medico prova con tutte le propire forze a guarire i quattro pazienti, ma alla fine si scopre che… Non ve lo dico, perché dovete venire a vedere lo spettacolo!

“Dai, anticipaci qualcosa! In che modo cercheranno di guarire?”

“Questo te lo posso dire: il medico proverà a farli guarire con terapie che prevedono lo sport, la musica, la ginnastica, l’ippoterapia – cioè la terapia con il cavallo, ovvero la costruzione di un rapporto d’affetto con un animale, una branca della pet therapy – la terapia della fiducia e la elioterapia, cioè la terapia del sole, perché sembra che il sole abbia effetti sull’umore. Ovviamente è tutto rivisitato in chiave comica Rimbamband assolutamente surreale. Si ride tanto e tutto è costruito come un gancio per poter giocare e raccontare la nostra idea della follia, che è un po’ il motore di tutto, della creatività e dell’arte. Senza follia non ci può essere né arte né creatività e neanche un po’ di felicità. Questa è un po’ la morale della favola.”

“La presentazione dello spettacolo parla di una sorta di Qualcuno volò sul nido del cuculo in versione comico teatrale. Cosa ne pensi?”

“Il riferimento cinematografico non poteva che essere Qualcuno volò sul nido del cuculo, perché anche lì si racconta una storia di follia ambientata in un manicomio dove il limite tra normalità e pazzia è talmente sottile da risultare impercettibile. Quindi il rimando a quel film è ovvio, facile e immediato, soprattutto per la tematica affrontata.”

“Infine parliamo di musica: quali brani suonerete?”

“Suoniamo Sing Sing Sing di Benny Goodman ed Happy di Pharrell Williams, un inno alla felicità con cui finisce lo spettacolo dopo il percorso che tutti i pazienti fanno. Poi ci sono moltissimi altri pezzi, che però sono tutti frammentati come citazioni. I brani più rappresentativi sono però Sing Sing Sing ed Happy.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Alessandra Paoli per il supporto professionale