E’ un racconto di parole, musiche e canzoni inedite, suonate e cantate dal vivo, per riscoprire, sotto una nuova luce, il capolavoro di Luigi Pirandello Uno, nessuno e centomila, che l’attore, cantante e autore Vincenzo Romano porta in scena il 24 e il 25 novembre ad Alta Luce Teatro.
Il protagonista è Vitangelo Moscarda, alla scoperta della propria autentica identità, finché un giorno si accorge che il suo naso pende verso destra e scopre così che gli altri non lo vedono per quello che pensa di essere…
A tu per tu con Vincenzo Romano
Perché hai scelto proprio questo testo di Pirandello?
Perché quest’anno festeggiavo i miei dieci anni di carriera. Da quando lo avevo letto parecchi anni fa, ho detto che sarebbe arrivato un momento in cui lo avrei portato in scena. Posso dire finalmente che questo momento è arrivato: lo studio per me è stato grande. La ricerca su questo testo è durata un anno. Effettivamente ci abbiamo lavorato in scena davvero nell’ultimo mese. Per me è una grande responsabilità portarlo sul palco perché è il mio primo monologo.
Perché hai deciso di trasformare uno spettacolo con tanti personaggi in un monologo?
Perché Pirandello parla già predisponendo la scena ad un monologo. In effetti nel testo ci sono tanti dialoghi, che ho potuto rendere sia nel linguaggio delle canzoni sia rapportandomi con un manichino: sarà la parte di me stesso che il protagonista Vitangelo Moscarda figura come un estraneo al suo fianco. Per lui è indispensabile essere in sua compagnia e non da solo. Mi aiuterà a fare anche gli altri personaggi. Quindi avrà una doppia valenza.
Le musiche che hai scelto per accompagnare lo spettacolo sono tue o sono state scritte da altri?
Sono anche un cantante e un autore. Sono state tutte composte da me: dalle musiche di sottofondo fino alle canzoni. Mi sono ispirato al genere con cui scrivo tutti i miei brani: il pop, il cantautorato e la musica blues R&B.
In che cosa è attuale il capolavoro pirandelliano?
L’ho riletto nel 2022 e l’ho trovato molto attuale, anche perché Pirandello non specifica un tempo per questo testo. Avendolo scritto cent’anni fa, aveva degli elementi imprescindibili che parlavano della sua epoca. Pirandello, non scegliendo né un luogo né un tempo preciso, lo attualizza tantissimo sia negli elementi psicologici che negli oggetti materiali. Infatti la mia scelta registica è stata quella di attualizzarlo con tutte le tecnologie del momento: gli smartphone o quelle bancarie. Il personaggio entra in una banca super moderna, quasi futuristica.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Federico Riccardo
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