PAOLO RUFFINI E IL “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZ’ESTATE”

Un vero e proprio teorema sull’amore, ma non solo. Sogno di una notte di mezz’estate di William Shakespeare, in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 17 marzo, è anche un nonsense sulla vita degli uomini che si rincorrono e si affannano per amarsi, e che si incontrano per una serie di casualità che non possono in alcun modo controllare. Una versione originale del noto testo shakesperiano in cui si intrecciano senza soluzione di continuità quotidianità, fiaba e mito.

Adattato e diretto da Massimiliano Bruno, Sogno di una notte di mezz’estate vede protagonisti Stefano Fresi, Violante Placido, Paolo Ruffini e Augusto Fornari.

Il trailer dello spettacolo

La parola a Paolo Ruffini

“Parlaci del tuo personaggio.”

“Io interpreto Puck, un folletto che fa agire i protagonisti. E’ l’anima del bosco e di Shakespeare, perché dialoga col pubblico e quindi incarna l’anima dell’autore. E’ però un folletto che contrariamente alle aspettative è molto lento e indolente: assomiglia di più a uno spettatore televisivo, che mentre beve il suo bibitone gode in maniera un po’ infingarda ad assistere ai disastri che combina.”

“Quanto siete stati fedeli e quanto avete cambiato- con l’adattamento e la regia di Massimiliano Bruno – del testo originale di Shakespeare?”

“Se c’è una cosa bella della poesia e della letteratura, è l’infedeltà! In amore è discutibile, ma almeno in questi due campi lasciateci essere infedeli! C’è un’attenzione abbastanza pedissequa verso il rispetto della narrativa del Sogno di una notte di mezz’estate, però credo che l’adattamento vada verso una direzione che restituisce allo spettacolo la sua anima più pop. E’ proprio questa la sua principale caratteristica, nonostante ne siano state realizzate delle versioni molto elitarie e chic. Quando da bambino mi invitavano a vedere Shakespeare, ero terrorizzato dalla noia! Questo è invece uno spettacolo godibilissimo, divertente, dinamico e molto simpatico. Credo quindi che l’infedeltà ci abbia portati a realizzare un Sogno di una notte di mezz’estate più godibile per il pubblico. Il testo però è rimasto lo stesso e la nostra riduzione è molto fedele.”

“Nelle note di regia, Massimiliano Bruno lascia intendere che è la dimensione onirica la vera protagonista dello spettacolo. Sei d’accordo?”

“Sì, perché abbinata al Sogno c’è anche una dimensione circense che ha un grande valore in questo spettacolo. Se ci pensate bene, quando sogniamo, siamo tutti quanti attori e registi di qualcosa che sta accadendo, che non è reale ma che comunque ci fa emozionare: è la base del teatro, del cinema e di qualsiasi spettacolo. Quindi sì, sono d’accordo sul fatto che la dimensione onirica del Sogno rappresentata sul palco possa emozionare davvero tanto gli spettatori.”

“Tu sei noto al grande pubblico soprattutto per i tuoi ruoli comici al cinema. Quanto è stato difficile cimentarti con Shakespeare, che è considerato universalmente il colosso più importante del teatro di tutti i tempi?”

“Io non credo in una catalogazione dello spettacolo di serie A e di serie B. A me entusiasma molto l’idea di fare cose diverse e di “disperdere” le mie capacità. Amo passare da Colorado a Shakespeare e dai cinapeanettoni ai documentari impegnati socialmente. Penso che il mio lavoro sia quello di intrattenere il pubblico e di trasmettere delle emozioni e dei contenuti. Sta poi agli spettatori giudicare come lo faccio.”

Completano il cast Maurizio Lops, Rosario Petix, Dario Tacconelli, Zep Ragone, Sara Baccarini, Alessandra Ferrara, Antonio Gargiulo, Tiziano Scrocca, Daniele Coscarella e Maria Vittoria Argenti.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Manola Sansalone del Teatro Manzoni per il supporto professionale