“SENZA GLUTINE”: DUE COPPIE CHE SCOPPIANO

Senza glutine è la storia di Fran e Lisa. E’ una coppia di 30enni che sta insieme da cinque anni. Poi ci sono Paolo e Felicia, che di anni ne hanno quasi 50 e stanno insieme da 15. Ma soprattutto è la storia di quattro persone che non hanno la forza di andarsene. Perché incontrarsi è facile, ma lasciarsi è la cosa più difficile del mondo.

Al Teatro Filodrammatici

Senza glutine è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano fino al 24 marzo. Scritto da Giuseppe Tantillo che ha firmato anche la regia con Daniele Muratore, lo spettacolo vede protagonisti Valentina Carli, Vincenzo De Michele, Orsetta De Rossi e lo stesso Giuseppe Tantillo.

Parla Giuseppe Tantillo

“Perché la cosa più difficile in assoluto è lasciarsi?”

“Perché incontrarsi ha a che fare con il desiderio, mentre lasciarsi ha proprio a che fare con il contrario del desiderio e con la paura, soprattutto con quella della morte, perché alla fine lasciarsi significa rischiare di rimanere soli e fa paura sia in età giovanile che quando si è più anziani. Una riflessione che ho fatto in questo spettacolo è che se avessimo la certezza di essere immortali, probabilmente non sceglieremmo un compagno o una compagna per tutta la vita.”

“Perché conosciamo veramente la persona che abbiamo accanto quando smettiamo di provare qualcosa per lei?”

“Perché ci togliamo gli occhiali rosa e vediamo quello che è realmente la persona solo alla fine, dopo il primo innamoramento e dopo i primi tempi in cui la vediamo come la vorremmo vedere, quando scegliamo di stare con lei, perché la prima passione è diminuita e il rapporto si è trasformato. Allora, se era il compagno o la compagna giusta per noi, capiamo veramente se ci piace solo in quel momento, non prima. Prima è una percezione e una proiezione di quello che vorremmo.”

“E’ uno spettacolo che vuole indagare i rapporti di coppia?”

“Sì, è uno spettacolo che indaga i rapporti di coppia per quanto sia possibile farlo, perché l’argomento è molto lungo. La letteratura millenaria non è ancora riuscita a concludere il discorso, quindi do un piccolo contributo a questo argomento.”

“A che cosa è dovuto il titolo dello spettacolo?”

“Inizialmente a un fatto autobiografico, perché io per due anni ho mangiato senza glutine e da lì è partito lo spunto dello spettacolo. Uno di questi quattro personaggi protagonisti della pièce si ritrova a fare i conti con dei problemi di natura gastrointestinale che ho scoperto durante il mio difficile periodo senza glutine. Sono problemi che condizionano parecchio tutto il resto dei nostri rapporti, perché c’è una letteratura molto interessante sulla flora batterica, che a seconda di come si modifica in conseguenza di quello che mangiamo, può cambiare il nostro umore e il nostro modo di essere. Ci sono perfino un sacco di forme di depressione dovute alla flora batterica. Questa è una scoperta scientifica degli ultimi anni, quindi mi è sembrato molto interessante partire da questo presupposto.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringraziano Antonietta Magli ed Ippolita Aprile per il supporto professionale