Giuseppe Sorgi, “Io Vergine, tu Pesci?

Uno spettacolo che fonde l’astrologia con il teatro comico di qualità. Giuseppe Sorgi mette in scena dodici segni come dodici tipi umani o dodici maschere. Segno dopo segno, dà vita a una guida pratica per affrontare e conoscere colui o colei che ci fa tanto palpitare il cuore o che ce lo spezza. Senza tralasciare noi stessi e i nostri moventi.

Io Vergine, tu Pesci? è in scena al Teatro Delfino di Milano il 2 aprile. Ne è unico protagonista Giuseppe Sorgi che ha anche scritto il monologo.

La parola a Giuseppe Sorgi

Come nasce questa passione per l’astrologia?

Per puro caso. Tantissimi anni fa, da ragazzino, fui curato per un’asma bronchiale a Zurigo, dove c’è l’università di psicologia e si studia anche astrologia. Mia madre, per passare il tempo, comprava i libri a tema. Da adolescente, trovai in casa questi libri in cui l’approccio astrologico è tutto di matrice psicologica. Mi interessano meno la curiosità per il futuro e l’oroscopo, ma trovo affascinante – come dice Jung – la corrispondenza tra i tipi psicologici e quelli astrologici.

E’ sicuramente un’idea molto originale. Almeno che io sappia, non è mai stato scritto uno spettacolo in cui fosse così forte la presenza dell’astrologia.

Risulta ancora strano anche a me, nel senso che tutto nasce da un libro scritto con molta passione ma anche con un certo riserbo. E’ merito della Salani Editore aver creduto in questo progetto, anche perché la voglia era quella di unire tutto al mio mondo comico, riuscendo così a ridere delle nevrosi quotidiane dei tipi umani e psicologici. Quando poi, in seguito al successo del libro, è nata l’idea di fare lo spettacolo, visto che le presentazioni del libro erano diventate un vero e proprio atto unico, è stato più delicato trovare la giusta l’alchimia e il corretto equilibrio tra teatro, comicità, contenuti psicologici, astrologici e mitologia.

Stando ai fatti, l’esperimento è riuscito, ma ogni volta è come se fosse un po’ la prima, perché è il pubblico a decidere la scaletta ogni sera. In base all’interazione con gli spettatori, elenchiamo i dodici segni e questo permette di cogliere sempre aspetti diversi, perché non può essere uno spettacolo legato a un copione.

Quanto influenza i nostri comportamenti il segno a cui apparteniamo?

Ad ognuno corrispondono quelle che in psicologia vengono definite “pulsioni”. Un segno è una parte del nostro identikit astrologico, perché bisogna calcolare anche l’ascendente e tante altre caratteristiche. E’ tutto il pacchetto che condiziona i comportamenti, andare a guardare solo una fetta è riduttivo. Ogni segno, unito all’ascendente, ha un insieme di pulsioni. Queste incidono tantissimo sul modo di fare, ma non lo fa come se fosse una bolla papale o un imprimatur. Siamo noi a dover scegliere come incanalare quella pulsione. Per esempio, l’Ariete è un segno carico d’entusiasmo, una qualità che porta molta pazienza e molta passionalità. Dipende però come instradiamo queste doti con la fretta o con l’ardore che possono far prendere i giganti per mulini a vento come successo a Don Chisciotte. Il confine è molto sottile. Dipende dal modo in cui il soggetto elabora e canalizza quella pulsione del segno.

Quali sono le similitudini con il libro che hai scritto, che porta lo stesso titolo e da cui è tratto lo spettacolo?

Poche rispetto a quelle che io stesso avrei immaginato, nel senso che il libro è una guida che il lettore legge per rapportarsi alla persona che ha accanto o che spera di avere al proprio fianco. Inevitabilmente nasce anche un confronto con se stessi, perché uno può andare a leggere anche il profilo del proprio segno. Lo spettacolo ha gli stessi ingredienti a livello psicologico e ironico, però è costruito in modo molto diverso perché si rapporta in pieno al profilo del soggetto.

Studiamo quindi le pulsioni e le caratteristiche di ogni segno zodiacale, oltre al modo in cui si combinano con l’ascendente e a come vengono vissute nel quotidiano. E’ come se fossero dodici maschere di una commedia che ha fatto la storia del nostro teatro, che cerco di portare in scena in carne e ossa. Faccio vivere insieme al pubblico quel segno zodiacale nella vita quotidiana delle nostre famiglie e del nostro lavoro.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Roberta Grillo per la collaborazione
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