E’ a grande richiesta che lo spettacolo “Per strada” torna al Teatro Franco Parenti di Milano fino al 6 novembre. Il successo ottenuto nel gennaio 2016 dopo la prima nazionale, ha fatto in modo che Raphael Tobia Vogel, alla sua prima regia teatrale, riproponesse il suo spettacolo. Ne è protagonista l’autore Francesco Brandi insieme a Francesco Sferrazza Papa. Un incontro casuale di due uomini, Jack e Paul, durante una tempesta di neve; la fretta di dover camminare; l’impossibilità di fermarsi. Questi tre fattori nati dal caso cambieranno per sempre la loro vita.
Teatro.Online ha intervistato il regista Raphael Tobia Vogel.
“Le premesse, con una bufera di neve che blocca i due, non sono certo buone. Le critiche dello spettacolo parlano però di un testo vivace e di un ritratto impietosamente allegro. C’è spazio quindi anche per la risata?”
“Certo. Il pubblico lo ha recepito in modo molto comico. Era previsto che ci fossero dei momenti di leggerezza. Allo stesso tempo, però, io che vengo da un percorso cinematografico, sono rimasto abbastanza sorpreso da come certe scene possano passare dal molto drammatico all’abbastanza comico solo a seconda di come lo spettatore le interiorizza. Il pubblico, che magari torna anche per la terza volta, riesce a cogliere un lato più drammatico o più comico. Dipende dalle fasi di vita che sta vivendo. Indubbiamente sì. Ci sono molti momenti di risata. Francesco Brandi che interpreta Jack è anche l’autore ed è molto bravo.”.
“La definizione di incontro di solitudini è forse la più appropriata per questo spettacolo, giusto?”
“Mi sembra la più giusta. E’ un incontro tra due persone molto diverse ma accomunate da una tristezza esistenziale. Nel caso di Jack, che ha una visione della vita indubbiamente pessimistica, è una solitudine quasi oggettiva. In quello di Paul è più soggettiva: pur avendo una marea di amici e conoscenti, non si sente per niente rappresentato dalle persone che ha attorno. Né pensa che le sue scelte di vita lo stiano portando alla felicità”.
“Sei d’accordo con chi dice che questo spettacolo ha una regia dal taglio cinematografico?”
“Di sicuro l’impostazione è più cinematografica. L’utilizzo di due proiezioni su due tulle che creano uno spazio scenico quasi a cannocchiale dà una profondità maggiore. Consente inoltre di creare cambi scena con più facilità, senza mai uscire da un mondo realistico per alcuni aspetti ma onirico e surreale per altri. Questo strumento tecnologico aiuta a seguire un copione scritto con un taglio cinematografico. Nella seconda metà del testo in cui le scene cambiano con regolarità e rapidità, ci si sente più dentro all’azione, anche se si svolge in uno spazio più distante rispetto al pubblico”.