“A TESTA IN GIU'”: QUANDO UNA DONNA DESTABILIZZA GLI ANIMI

A testa in giù è un testo del francese Florian Zeller, uno dei più affermati autori del nostro tempo. Si tratta della storia di Daniel, che invita a cena, contro il consiglio di sua moglie, il suo migliore amico Patrick e la sua nuova conquista Emma, per la quale ha lasciato la moglie. Emma, giovane e carina, funge da catalizzatore, provocando una tempesta negli animi dei commensali, scuotendo certezze, risvegliando frustrazione, gelosia e invidia.

Lo spettacolo, con la regia di Gioele Dix, è in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 28 ottobre. Ne sono protagonisti Emilio Solfrizzi, Paola Minaccioni, Bruno Armando e Viviana Altieri.

La parola a Emilio Solfrizzi

“In che cosa sta l’originalità di questa commedia?”

“Le originalità sono tante. La più evidente è che Zeller, che è una superstar tra gli autori europei, ha fatto dire ai personaggi non solo le cose che lui voleva, ma gli fa raccontare anche i loro pensieri, per cui il pubblico è testimone dei pensieri dei personaggi. Spesso i pensieri contraddicono il detto e questo crea molto divertimento.”

“Qual è il ruolo del pubblico in questo spettacolo?”

“Il pubblico è complice di entrambi. Anzi, devo dire che in queste prime repliche stiamo capendo che i pubblici hanno diverse sensibilità, perché in questo spettacolo gli uomini ridono per certe cose e le donne per altre. E’ la parte attiva di questo spettacolo ed è il custode dei pensieri dei protagonisti.”

“Perché i protagonisti parlano in disparte?”

“I protagonisti non parlano in disparte, agiscono. Ci sono contemporaneamente detto e pensiero, per cui non sono dei veri e propri “a parte” goldoniani. Anzi, l’innovazione è proprio questa e l’intuizione secondo me felicissima del nostro regista Gioele Dix sta nel fatto che mentre all’inizio è molto chiaro qual è il detto e qual è il pensiero, man mano che lo spettacolo va avanti, sarà il pubblico a capire quali saranno i pensieri e quali i detti.”

“E’ uno spettacolo che si trasforma in un labirinto di gesti e parole?”

“Sì, assolutamente, perché le persone che parlano e che agiscono sono un editore e una professoressa universitaria. Le persone che incontrano sono di alto profilo intellettuale e acculturate, per cui usano le parole come dei sofisti, ma anche i pensieri spesso sono sofistici.”

(intervista e riprese video di Andrea Simone)