Una notte qualunque in Italia. Marco e Jessica sono una coppia di 35 anni che l’indomani incontrerà l’avvocato per il divorzio. Mummi e Jay, invece, di anni ne hanno 25 e il giorno successivo si sposeranno. Due situazioni normalissime ma agli antipodi tra loro. Ad accomunarli la firma su un documento. Segreti, bugie, paure, gioie e dolori di due uomini e due donne. Fino al colpo di scena finale.
Tomorrow morning – Domani ti sposo… domani ti lascio è in scena al Teatro Martinitt di Milano dal 28 al 30 maggio. La commedia musicale britannica di Laurence Mark White ha debuttato a Londra nel 2006. Piero Di Blasio ha adattato in italiano le canzoni dello spettacolo in due atti diretto da Marco Simeoli, che è riuscito ad aggiungere al testo quel pizzico di malinconia che non guasta. Protagonista dello spettacolo è la compagnia A.M.O. (Attori Momentaneamente Occupati) formata da Daniele Derogatis, dallo stesso Piero Di Blasio, Stefania Fratepietro e Valeria Monetti.
Parla Daniele Derogatis
Quali sono gli aspetti caratteriali che ti hanno colpito di più del tuo personaggio? Che cosa ti piace e che cosa non ti piace di lui?
Mummi è una persona molto comica e divertente che ama la vita. E’ molto innamorato, ma in alcuni momenti anche molto superficiale, perché non pensa al modo in cui vanno affrontate le cose. Da questo punto di vista troviamo in lui una sorta di spensieratezza. Per quanto riguarda i suoi difetti, è un po’ pigro, sbadato e approssimativo. Naturalmente questo dà molto fastidio a Jay, la sua compagna, che invece è l’opposto di lui: precisa, ordinata e rigorosa.
Che cosa accomuna queste due coppie?
Sicuramente il sentimento dell’amore, che è alla base di tutta la storia. Un amore che verrà visto in due modi diversi. Non posso svelare più di tanto, perché a un certo punto dello spettacolo il pubblico dovrà sforzarsi di capire cosa succede. C’è un messaggio segreto all’interno che farà capire un aspetto importante di queste due coppie…
A parte l’ambientazione in Italia anziché nel Regno Unito, in che cosa è diversa la versione italiana di questa commedia rispetto all’originale?
Noi ci siamo attenuti alla versione originale e le siamo rimasti fedeli, quindi non è cambiato quasi nulla. La vicenda si svolge soprattutto all’interno della vita quotidiana dei quattro personaggi. Non ci sono stati grandi problemi di adattamento, perché se le coppie vivono a Londra piuttosto che a Roma, anche il loro modo di vivere potrebbe essere diverso. Noi invece ci concentriamo sui loro rapporti.
Si ride, si canta e si balla, ma si riflette anche?
Tantissimo! A differenza di “Ti amo, sei perfetto, ora cambia”, il nostro spettacolo precedente dove si rideva tantissimo, qui si ride, si piange, ma c’è anche molto spazio per la riflessione. Noi lo abbiamo definito un musical molto fine e delicato, perché la gente fa i conti con quello che è veramente una storia d’amore, che va dall’innamoramento al fidanzamento al matrimonio e alla nascita dei figli, ma che può finire anche in un divorzio.
Pensi che sarà facile per il pubblico identificarsi con i protagonisti di “Tomorrow morning – Domani ti sposo… domani ti lascio?
Assolutamente sì. Tante coppie e tante persone hanno vissuto un’esperienza del genere. Dopo il nostro debutto nel 2019, la gente veniva a trovarci in camerino subito dopo lo spettacolo e ci raccontava di essersi ritrovata in uno dei nostri personaggi, perché aveva vissuto realmente proprio la sua stessa storia. Quando ce lo dicevano ci faceva impressione, perché noi portiamo in scena la commedia senza avere un giudizio sempre lucido.
Secondo te è giusto affermare – riguardo a questa commedia ma anche in generale – che la prima causa di divorzio è il matrimonio?
(ride) Questa è una battuta che faccio proprio io nello spettacolo! Dipende, perché io credo che il rapporto d’amore cambi negli anni man mano che va avanti. Non è mai lo stesso. Ci illudiamo che innamorarci sia sempre come la prima volta. Magari può capitare, ma a poche coppie. Ne esistono alcune che vivono una storia appassionata e focosa dall’inizio alla fine del loro percorso. Io credo però che una buona percentuale di coppie subisca un mutamento, che se non viene riconosciuto e seguito, può portarle al divorzio. Il matrimonio alimenta tante speranze, come quella di creare una famiglia e che tutto vada sempre bene. Poi però, appena nascono i primi problemi, molte coppie di oggi gettano la spugna e si lasciano. Un tempo i matrimoni duravano molto di più. Insomma, non esistono più le coppie di una volta!
- Foto di scena di Paolo Dionisio
- Si ringrazia Federica Zanini per la collaborazione