LA “TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA” SECONDO VALERIA CAVALLI

 

La Trilogia della Villeggiatura è stata scritta da Carlo Goldoni nel 1761. E’ formata da tre commedie: un racconto a episodi che narra la partenza, le avventure e il ritorno dalla villeggiatura. Le vacanze diventano qui un fenomeno sociale spesso vissuto come bisogno di affermare il proprio status. Si tratta di qualcosa che va oltre il desiderio di evasione.  Valeria Cavalli e Claudio Intropido, duo ormai collaudato per drammaturgia e regia, riadattano il testo e dirigono qui un affiatato pool di attori. I due autori e registi hanno scelto di accorpare le tre commedie ambientandole negli anni Cinquanta.

In scena al Teatro Leonardo di Milano, dove lo spettacolo debutta il 16 novembre per conludersi il 26, troviamo Pietro De Pascalis, Jacopo Fracasso e lo stesso Claudio Intropido. Completano il cast Cristina Liparoto, Sabrina Marforio, Dalila Reas, Andrea Robbiano, Simone Severgnini e Giacomo Vigentini. Le musiche sono di Gipo Gurrado.

 

L’autrice e regista Valeria Cavalli

L’intervista a Valeria Cavalli

“Perché avete deciso di ambientare questo spettacolo negli Anni Cinquanta e non in un’altra epoca?”

Perché ci fu il boom della villeggiatura di massa. Basti pensare alle spiagge di Rimini e Riccione, alle auto piene di valigie sul portapacchi. E’ stato proprio il momento in cui la villeggiatura è esplosa.

“La vacanza può essere in questo caso anche sinonimo di ostentazione della ricchezza? In fondo, negli Anni Cinquanta, periodo non lontanissimo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, non erano in molti a potersi permettere le vacanze”.

E’ vero, però è stato il momento in cui è nato il desiderio di partire, di uscire dalla città e di permettersi un po’ di svago al mare. Il nostro spettacolo si svolge a cavallo tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, quando ci fu il boom economico. Quindi c’era anche il desiderio di mostrare che non mancavano i soldi per permettersi una vacanza. Nel 1957, inoltre, nacque la 500, che ebbe subito un successo immediato e motorizzò l’Italia.

“C’è una strizzata d’occhio alla commedia cinematografica all’italiana?”

Assolutamente sì. Goldoni si adatta molto bene a questo tipo di commedia, soprattutto nella prima parte, ovvero “Le smanie della villeggiatura”, dove c’è un ritmo veramente incalzante e ci sono molti personaggi e molti caratteri presi dalla commedia all’italiana di quegli anni.

“E’ vero che nel tuo caso spesso le due cose si completano, ma cosa ti piace di più? Scrivere i testi o dirigere gli attori?”

In assoluto scrivere i testi, è la cosa che prediligo. Lascio la parte registica a Claudio Intropido. Io preferisco scrivere, perché nella solitudine della scrittura sto decisamente meglio. Mi piace proprio!