“Profumo – Messa in scena di un’assenza”

La difficoltà di rappresentare qualcosa che non c’è più e l’insostenibilità di una mancanza. Sono le basi di Profumo – Messa in scena di un’assenza, lo spettacolo in scena al Teatro Leonardo di Milano fino al 13 novembre.

Scritto da Gianpaolo Pasqualino e diretto dal regista Daniele Turconi presente anche in scena, Profumo vede protagonisti Salvatore Aronica, Yuri Casagrande Conti, Ludovico D’Agostino e Laura Valli.

Quattro domande a Daniele Turconi

Perché i personaggi non riconoscono più il loro presente?

Bella domanda! Non lo riconoscono più perché è diverso da quello che si aspettavano. La madre e i tre fratelli sono stati abbandonati dalla figura paterna qualche anno prima della storia dello spettacolo. Adesso si ritrovano per una sera – precisamente quella del matrimonio del fratello Medio – a doversi riconfrontare con l’assenza del padre cui credevano di essersi abituati. In realtà non lo sono come pensavano.

Che cosa simboleggia esattamente la figura del Padre?

Per loro rappresenta qualcosa che non c’è più. In realtà dipende dall’età dei fratelli. Chiaramente, per la madre simboleggia l’abbandono da parte di una persona amata e del compagno di una vita. Il fratello più Grande ha vissuto un po’ di più la figura del padre a casa prima che se ne andasse; il fratello Medio è stato con lui un po’ meno e il fratello più Piccolo non lo ha addirittura mai nemmeno conosciuto. E’ bello vedere come cambia nei personaggi la visione di quest’assenza e quindi anche il rapporto con la figura assente.

Siamo di fronte a un gruppo di personaggi che più che fare scelte le subisce?

In parte sì e in parte no. Il fratello Medio, quello a cui gira intorno la vicenda, ha proprio il cruccio di dover sempre accontentare tutti. Essendo il fratello “di mezzo”, cerca sempre di fare in modo che gli altri non litighino e di appianare i contrasti. Questo va però a discapito delle sue scelte. A lui sembra sempre di non prendere mai delle decisioni, ma di scegliere sempre quello che vogliono gli altri. L’impossibilità di modificare e incidere il suo presente è un aspetto abbastanza calzante riguardo a questo personaggio.

E’ un testo dove troviamo anche l’ironia?

Molta! Ma la troviamo “per aggiunta”. Il testo è infatti scritto da Gianpaolo Pasqualino, che però essendo come me un autore-attore, quando mi ha consegnato il suo lavoro mi ha dato molta libertà. Il testo di Profumo è suo e io in seguito ho aggiunto alcune parti, ne ho modificato altre e ho inserito un secondo livello di lettura dello spettacolo. Il pubblico vede sostanzialmente un continuo “dentro e fuori” dal testo, con gli attori che lo interpretano e i personaggi che vivono la storia. E’ difficile che io faccia uno spettacolo senza ironia, anche perché me lo permettono gli attori. Infatti Salvatore Aronica, con cui collaboro da anni, conosce bene il mio stile. Nella sua scrittura anche Gianpaolo Pasqualino aveva degli sbocchi ironici che io ho semplicemente elaborato per aprirli e farli anche esplodere.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Alessandra Paoli
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