Una vita di coppia all’apparenza normale: lei, Lucie, è una scrittrice dotata di scarsa fantasia e quindi capace di scrivere solo della propria vita, lasciandosi spesso coinvolgere emotivamente dalle proprie vicende che puntualmente mette su carta. Lui, il marito è un attore di successo parecchio più anziano di lei. L’agiato tenore di vita che garantisce alla moglie ha però fatto in modo che la sua vena creativa si esaurisse completamente. Tutto cambia con l’arrivo di Thomas, il nuovo vicino di casa.
Al Teatro Litta
Tutto quello che volete è in scena al teatro Litta di Milano dal 6 al 12 maggio. Scritto da due maestri della commedia francese come Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière, lo spettacolo vede la traduzione di Paola De Vergori e la regia di Fabrizio Visconti. Ne sono protagonisti Rossella Rapisarda, Antonio Rosti, Alessia Vicardi e Gaetano Callegaro.
4 domande a Rossella Rapisarda e Fabrizio Visconti
“Quali sono i risvolti psicologici e caratteriali più importanti dei personaggi?”
Rossella Rapisarda: “I due personaggi più importanti sono Lucie e Thomas: Lucie è una scrittrice famosissima, cui la troppa felicità ha dato alla testa gettandola in uno stato di crisi; Thomas è invece un personaggio molto semplice, che nella sua vita è stato ben poche volte a teatro e che casualmente si incontrerà con Lucie. L’aspetto interessante è che all’inizio i due protagonisti sembrano molto codificabili: Thomas ci appare come una persona estroversa, semplice e molto goffa; Lucie come una donna chiusa, magari scontrosa e che ha bisogno di star da sola.
Durante lo spettacolo, però, si scopre la grande complessità dei loro caratteri che si nasconde dietro alla prima impressione. In realtà loro due nascondono due solitudini diverse combattute in maniera differente. Due solitudini che si aggrappano una all’altra e che trovano un piano comune nel gioco del teatro. E sarà proprio il teatro a far affiorare la verità. Quindi è un lavoro di introspezione molto interessante, perché tutti possono rispecchiarsi nei personaggi.”
“…Le parole, una volta scritte, prendono una piega inaspettata. Una persona diventa un personaggio e tutto è diverso…”. Vuoi commentare questa frase dello spettacolo?
Fabrizio Visconti: “Secondo me è una delle due frasi chiave dello spettacolo, perché è il meccanismo di protezione che Lucie usa fin da bambina come autodifesa dalla vita. La vita passa addosso a tutti noi lasciandoci dei segni e quindi Lucie trova nella scrittura il modo per gestire l’impatto emotivo che ne deriva. Mettendo su carta quello che succede ogni giorno e le frasi che si sente dire, prende la distanza necessaria per affrontare gli eventi in maniera sufficientemente forte e guardarli da fuori senza venirne travolta.”
“Dove stanno la raffinatezza e l’intelligenza di questa commedia, peraltro tipicamente francese?”
Rossella Rapisarda: “I due autori sono conosciuti al grande pubblico per il film Cena tra amici, che si svolge interamente in una stanza ed è caratterizzato da dialoghi serratissimi e battute intelligenti e mai volgari, ma che giocano soprattutto sull’ironia e sui doppi sensi. L’aspetto interessante sta nella raffinatezza di una battuta che non scatena una risata immediata: avviene tutto in punta di fioretto. Quindi lo scambio verbale tra i personaggi porta a costruire una storia più comprensibile attraverso le azioni che vediamo affiorare tra il fiume di parole che poi porterà allo sviluppo di una bella favola. E’ di questo che abbiamo bisogno, secondo gli autori: tutti viviamo il quotidiano, ma a teatro si va per vivere qualcosa di speciale.”
“E’ un testo che parla delle privazioni che dobbiamo subire a causa delle scelte che facciamo o di quelle che la vita fa per noi, ma è anche uno spettacolo in cui si ride molto, giusto?”
Fabrizio Visconti: “Esatto: è comunque una commedia. Noi stiamo parlando di un lavoro non banale, con tanti livelli di lettura e molti spunti di riflessione. Tutto viene affrontato con la leggerezza tipica della commedia francese, e i francesi hanno una certa lucidità riguardo alla vita. Parliamo di privazioni, perché tutti noi facciamo delle scelte che ci portano a rinunciare a una cosa o all’altra. E’ il gioco pirandelliano continuo ma molto divertente che i due innescano a dominare lo spettacolo: cioè il modo in cui si inventano una vita parallela e una realtà letteraria che li portano a rimanere spiazzati da quello che succede.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Alessandra Paoli per il supporto professionale