Claudio Zanelli, “Twisted”

Il Teatro Martinitt di Milano si conferma nel suo eclettismo, spaziando dalla commedia al musical e presentando l’8 e il 9 novembre Twisted, che ha un sottotitolo dissacrante: il musical su quello stronzo di Jafar.

Questa volta a cadere sotto la scure dell’ironia è la Disney, con il suo capolavoro Aladdin, raccontato proprio dal punto di vista del protagonista cattivo: Jafar, che scopriremo essere molto diverso…

Su musiche di A.J. Holmes, liriche di Kaley Mc Mahon, libretto di Matt Lang, Nick Lang ed Eric Kahn, Twisted vede la regia di Claudio Zanelli e la direzione musicale di Giacomo Buccheri. Ne sono protagonisti Francesco Cazzolla (Jafar), Karen Vatteroni (Sherazade), Alfredo Simeone (Aladdin) ed Erica Sani (Jasmine).

Claudio Zanelli (ph. del sito “lascuoladelmusical.com”)

Intervista a Claudio Zanelli

Partiamo proprio dal sottotitolo: come mai questa scelta così dissacrante?

“Perché lo spettacolo è dissacrante!” – esclama Zanelli ridendo – “Dovevo subito far capire che il protagonista dello spettacolo non è Aladdin, anche se il tema è lo stesso della Disney, bensì Jafar. L’aggiunta della parola stronzo è dovuta al fatto che dichiariamo subito il tipo di linguaggio utilizzato all’interno dello spettacolo. Quindi il sottotitolo nella versione originale non c’è, perché il titolo è Twisted, la storia mai raccontata di un visir. Noi abbiamo proprio voluto cambiarlo per far capire subito di che pasta siamo fatti. Nello spettacolo ci sono le parolacce!”

Appunto! Mi sembra di capire che siamo più di fronte a un musical per grandi che per bambini!

Assolutamente sì! Però, diciamo la verità: non è assolutamente uno spettacolo volgare. Il linguaggio e il tipo di comunicazione sono molto coloriti ma per niente scurrili. Lo stile potrebbe ricordare produzioni come South Park o I Griffin, caratterizzate da una comicità molto spinta e anche abbastanza americana.

Viene smontato l’intero mito di Aladdin come produzione?

Certo che sì! Il concetto è però più ampio: non solo smontiamo interamente Aladdin, ma facciamo la stessa cosa con il mito americano dei cartoni della Disney. Non è soltanto Aladdin a essere preso, ribaltato e rifatto da capo, ma anche altre produzioni.

Quali difficoltà hai avuto – se le hai avute– nel dirigere una macchina scenica così complessa?

Prima di tutto l’adattamento teatrale dopo la traduzione, che ha rappresentato il primo scoglio più grande. Nel musical originale viene ovviamente utilizzato un certo tipo di linguaggio e soprattutto si usano una marea di citazioni e riferimenti inadatti alla cultura italiana. Per quanto riguarda la regia, la difficoltà consiste nel fatto che noi abbiamo fatto tutto quanto con un budget più limitato. Volevo comunque che lo spettacolo risultasse più ricco, quindi registicamente ci siamo inventati una serie di cose per le quali il musical risulta estremamente più opulento rispetto all’originale, anche se è noto che le produzioni americane hanno budget illimitati e stellari. Negli Stati Uniti, grazie al crowdfunding uno spettacolo può ottenere anche 100-150.000 dollari. Noi ne abbiamo presi ottomila!” conclude Claudio Zanelli con una fragorosa risata.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Federica Zanini
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