“UNO, NESSUNO, CENTOMILA”: LA FORZA DEL CAMBIAMENTO

Torna al Pacta Salone di Milano dall’11 al 22 aprile la storia di Vitangelo Moscarda, un uomo che conduce una vita agiata grazie alla fortuna ereditata dal padre. Tutto sembra andargli per il verso giusto fino a quando un commento della moglie sul suo naso lo manda in crisi. Capisce infatti che gli altri vedono la sua immagine in modo molto diverso dal suo. Questa nuova realtà lo spinge a trasformare la propria vita e a compiere azioni che vanno contro se stesso con l’obiettivo di scoprire chi sia in realtà.

Uno, nessuno, centomila di Luigi Pirandello è diretto da Annig Raimondi, che ne è anche protagonista con Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini e Alessandro Pazzi.

Quattro domande alla regista Annig Raimondi

“Siamo di fronte a un personaggio in piena crisi d’identità?”

Sì, ma per una ragione ben precisa: il nostro protagonista viveva una vita tranquilissima. Ha avuto una crisi d’identità dopo che la moglie gli ha fatto notare che il suo naso pendeva da una parte. Non aspettandosi quest’osservazione, si sente smembrato nelle sue parti. Vorrebbe cercare un’unità, ma per farlo si attacca a ogni posssibilità di facce o maschere che gli altri gli attribuiscono. Gli amici iniziano così a considerarlo pazzo e ad approffittarsi di lui. Sfruttano la sua crisi per impossessarsi dei suoi soldi in banca.

“In che modo Vitangelo Moscarda decide di trasformare la propria vita?”

Affrontando persone che non aveva mai osato affrontare. Lui viveva una vita superficiale ed era capace di accontentarsi di tutto. Difende il padre perché scopre che aiutava un amico senza soldi, però allo stesso tempo vuole tenersi strette il denaro. In più deve fare i conti con la moglie, che si approfitta degli eventi. Inizia quindi a prendere di petto una situazione che gli è stata imposta, che non lo rendeva libero e che l’avrebbe portato sempre di più alla distruzione della propria identità. Anche se è stato lasciato completamente solo, riesce a recuperare i soldi che gli erano stati rubati e a creare un ospizio per persone che come lui avevano bisogno di aiuto.

“E’ un cambiamento imposto da una libera scelta di rimettersi in discussione o dal mondo che lo circonda?”

E’ spinto sicuramente dal mondo che lo circonda e dalla consapevolezza che l’universo si sta allontanando sempre di più dalla libertà. Infatti Pirandello si scaglia anche contro la meccanizzazione perché sta riducendo l’uomo a una larva e a non capire più dov’è la sua identità.

“Oltre che regista lei è anche presente in scena. Che ruolo ha?”

Quello di Anna Rosa, un’amica della moglie che mette in guardia il protagonista ma che poi compie un gesto efferato. Rappresenta inoltre lo scontro tra la vita e la forma: costringe cioè l’essere umano in una forma che possa essere riconosciuta a livello sociale. Anna Rosa simboleggia questo conflitto.