E’ la commedia francese più rappresentata al mondo. Per nulla intimoriti da un’eredità così mastodontica, sei bravissimi attori, compreso Matteo Vacca alla regia, strizzano l’occhio all’autorevole comicità d’Oltralpe di Marc Camoletti, proponendo sul palcoscenico del Teatro Martinitt fino al 12 marzo la commedia Boeing Boeing a cui viene fornita un’impronta tutta italiana. Del resto il tema della seduzione è una prerogativa tutta del Belpaese.
In questo caso abbiamo come protagonista un latin lover che deve destreggiarsi tra ben tre fidanzate… In scena, oltre al regista Matteo Vacca, troviamo un cast formato da Marco Fiorini, Claudia Ferri, Martina Zuccarello, Elisa Pazi e Ramona Gargano.
La parola a Matteo Vacca e agli altri attori protagonisti
Volete presentare brevemente i vostri personaggi?
Matteo Vacca: Il mio si chiama Roberto ed è un carissimo amico ed ex collega di Simone, il protagonista di questa vicenda. E’ un ingenuo, una persona molto tranquilla che ambirebbe a sposarsi e a mettere la testa a posto. Invece, di colpo, entra in contatto con Simone che ha una vita alquanto curiosa. Si comincia però a intrigare dell’esistenza molto dinamica dell’amico, e alla fine, tutto sommato, ci si trova pure bene.
Marco Fiorini: Io sono quello che ha la vitaccia. Sono Simone, che si è creato uno stile di vita per cui ha deciso che bisogna avere più fidanzate. Lui non è a favore del matrimonio, ma desidera avere diverse fidanzate, perché in questo modo si hanno tutti i vantaggi del matrimonio senza subirne gli svantaggi. La particolarità è però che le sue fidanzate, in questo momento storico della sua vita, sono tre e Simone le sceglie tra le hostess di volo, ovviamente in maniera tale che le stesse non si incontrino e che facciano parte di compagnie aeree differenti su percorsi diversi.
Claudia Ferri: Io sono una delle tre fidanzate e sono la hostess che lavora presso la Iberia. Sono quindi Raquel, direttamente da Madrid, un po’ focosa e gelosa.
Martina Zuccarello: Io sono un’altra hostess, Federica dell’Alitalia, anzi ormai di Ita Airways, catanese, passionale e un po’ dalle idee confuse.
Elisa Fazi: Io sono la governante ucraina che regge il gioco di Simone. Sono quindi molto attenta a sincronizzare le entrate, le uscite, gli arrivi e le partenze di tutte le hostess, reggendo il gioco a Simone e odiando il nuovo ospite capitato a casa.
Ramona Gargano: Io sono Valeria, la terza hostess che lavora per RyanAir. Sono quella ginnica, frizzante, che sta anche un po’ sulle nuvole, in un mondo tutto suo.
Perché secondo voi questo testo di Marc Camoletti è la commedia francese più rappresentata al mondo?
Marco Fiorini: Perché è proprio un classico della commedia francese. E’ la classica pièce degli equivoci, con porte che si aprono e si chiudono, dai ritmi serrati, con un umorismo molto elegante, mai volgare, però intelligente anche se molto leggero. Non vogliamo raccontare chissà che, vogliamo però far divertire la gente. Penso quindi che questo testo abbia tutti gli elementi tipici della commedia francese, è molto ben congegnato. Si è ben prestato dunque ad avere un gran successo, perché è veramente un meccanismo internazionale. Una comicità di questo genere può funzionare ovunque e così è stato. Infatti la storia di questo testo ce lo dice.
E’ giusto dire che l’arrivo inaspettato di Roberto, interpretato da Matteo Vacca, rappresenta nella commedia un punto di rottura o una svolta decisiva?
Matteo Vacca: Sì, di rottura della storia, ma anche della vita di Roberto, perché la sua esistenza viene completamente stravolta. In realtà, però, il vero momento di rottura sono tutti gli incidenti che capitano, il fatto cioè che per la prima volta le tre hostess, per un motivo o per un altro, convergono nella stessa casa casualmente proprio quel giorno.
Nel 1965 il regista John Rich ha diretto una versione cinematografica di “Boeing Boeing” con Jerry Lewis, Tony Curtis e Thelma Ritter. Per la sua interpretazione, Jerry Lewis fu candidato al Golden Globe. Voi l’avete vista o avete preferito metterci solo del vostro senza farvi condizionare?
Martina Zuccarello: Matteo ha cercato di dare una chiave un po’ più moderna, anche perché all’epoca c’erano delle dinamiche differenti che nella nostra versione sono state un po’ “rinfrescate”.
Marco Fiorini: Ovviamente il testo è stato attualizzato, però il meccanismo comico è sempre lo stesso. Il film era molto carino e divertente.
Claudia Ferri: Magari cambia un po’ l’umorismo, che nel 1965 era di un certo tipo.
Marco Fiorini: Bisogna poi immaginare che all’epoca non esistevano i telefonini e le possibilità che abbiamo adesso di essere connessi immediatamente. Il lavoro di Matteo è stato molto difficile sotto quest’aspetto: bisognava infatti trovare la stessa dinamica, superando però gli ostacoli di una connessione rapida come quella che abbiamo oggi, che in realtà non sarebbe permessa dal meccanismo comico. Invece l’altra grande forza dell’attualità del testo è che tutto l’impianto funziona ugualmente.
- Intervista video di Andrea Simone
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- Si ringrazia Federica Zanini