“CASA DI BAMBOLA”: LA RIBELLIONE DI NORA

Casa di bambola di Henrik Ibsen è stato inizialmente considerato un testo controverso. Venne rappresentato per la prima volta nel 1879 e fu subito al centro di scandali e polemiche. Il femminismo estremo che lo caratterizza e le contestazioni seguite al debutto costrinsero l’autore a cambiare il finale, perchè l’attrice protagonista si rifiutava di interpretare il ruolo di una madre da lei ritenuta snaturata.

E’ la storia di Nora, una donna che si comporta come una bambina capricciosa e che si arrabbia sempre per futili motivi. Tutto cambia quando  si affranca dalla propria vita dopo essersi resa conto di essere stata trattata dal marito come una marionetta. Roberto Valerio ha riadattato il testo di Ibsen e firma anche la regia dello spettacolo, che lo vede protagonista fino all’11 marzo al Teatro Menotti di Milano accanto a Valentina Sperlì, Michele Nani, Massimo Grigò e Carlotta Viscovo.

La parola a Roberto Valerio

“Cosa significa che il centro di questo spettacolo è il dramma nudo?”

“Ho cercato di spogliare il testo da ogni orpello ottocentesco. Quindi, anche dal punto di vista scenico, ho eliminato il più possibile il salotto borghese, anche se naturalmente rimane in alcune cose. Ci sono una parete a forma di onda e alcuni suoni che ricordano il mare come simbolo della libertà. Ho sfrondato il testo e sono andato al nucleo del dramma, che è quello del rapporto tra uomo e donna. Un rapporto che va al di là della datazione di fine ‘800 e che riguarda anche noi oggi. E’ un classico che nonostante il tempo riesce ancora a parlarci.”

“Siamo di fronte a un inno alla libertà, o anche solo alla ricerca di essa?”

“Nora fa un percorso di conoscenza di se stessa e del rapporto con il marito. E’ la prima eroina delle tre create da Ibsen. Si tratta di un personaggio però non ancora forgiato e che soltanto alla fine raggiungerà un anelito verso la libertà.”

“E’ però una ricerca che crea angoscia e smarrimento, giusto?”

“Sì, proprio perché non è ancora un’eroina completa.  C’è uno smarrimento che deriva dall’andare un po’ a tentoni e dal tentativo di trovare qualcosa di nuovo, dal momento che Nora per tutta la vita non ha fatto altro che appoggiarsi a un padre che l’ha sempre cullata come una bambina e al marito. Quindi è normale che alla ricerca della libertà corrisponda il fatto di sentirsi sperduta.” 

“Ci vuole parlare degli altri attori del cast?”

“La scelta di questo testo è anche molto legata alla presenza di una persona con cui lavoro da qualche anno, cioè Valentina Sperlì. Ingmar Bergman diceva che per fare “Casa di bambola” serve una Nora. Ecco, io credo che Valentina Sperlì sia una Nora straordinaria e perfetta. La pièce ha anche la fortuna di avere altri interpreti veramente in gamba come Michele Nani, Massimo Grigò e Carlotta Viscovo. Secondo me la forza dello spettacolo è data anche da loro.”