La politica, le osterie, la speranza, il cuore più sanguigno dell’Emilia Romagna, la nostalgia e le suggestioni. Dopo il grande successo del 2016 torna al Teatro Menotti di Milano fino al 28 maggio Talkin’Guccini, scritto e diretto da Emilio Russo. Ne sono protagonisti Lucia Vasini, Andrea Mirò, Fabio Zulli ed Enrico Ballardini. La direzione musicale è affidata a Francesco Nidi, presente in scena al pianoforte. Alle chitarre troviamo invece Juan Carlos “Flaco” Biondini, storico collaboratore del cantautore emiliano.
Talkin’ blues
Lo spettacolo è un blues parlato, un viaggio all’interno dell’universo gucciniano che ripercorre 50 anni di carriera, attraversando tre generazioni. Un amarcord fatto di canzoni, racconti e personaggi.
La parola a Lucia Vasini e Andrea Mirò
“Lucia, parlaci di Serafina, il tuo personaggio”.
Serafina è romagnola come me, che lo sono da tre generazioni. Gioco in casa perché mi sono ispirata a mia madre. I tratti principali del suo carattere sono l’accoglienza, la bontà e la gentilezza. Un po’ come Peppone. In un best seller chiamato “La Bibbia” (scoppiamo tutti e tre a ridere), c’è una frase che dice: “Annienterò l’intelligenza dei sapienti ed esalterò la sapienza dei folli”. Ecco, Serafina si trova un po’ in questa condizione, perché i romagnoli sono un po’matti.
“Andrea ha proprio il ruolo dela Matta. Raccontaci di lei”.
E’ una parte che sembra fatta apposta per me. Scherzi a parte, devo dire che c’è un forte riferimento alla vita che facevo prima di arrivare a Milano, sulle colline del Monferrato, dove sono nata e dove pullulano i matti. Il mio è il classico personaggio presente in tutti i paesini: quello pieno di manie a cui tutti però vogliono bene. Nel caso della Matta ci troviamo di fronte a un’ossessione compulsiva di raccogliere tutto , perché tutto ha memoria e ogni cosa è viva e rimanda a qualcos’altro. E’ un personaggio che mi piace, perché mi ritrovo nella sua follia.
“Qual è il punto di forza delle canzoni di Guccini?”
Lucia Vasini: La poesia e i sentimenti. Sono gli aspetti più importanti che mi vengono in mente.
“Le sue canzoni rappresentano uno spaccato sociale di una certa Italia?”
Andra Mirò: E’ sicuramente lo spaccato sociale di un vissuto storico che ci appartiene. Soprattutto per chi come è me è cresciuto fino a vent’anni nella provincia, ci sono esattamente tutti quei personaggi, tutti quei rimandi e tutto quell’immaginario con il racconto reale della vita, di quello che si pensa del mondo e che si è sognato, del passato e della memoria come popolo. Le canzoni di Guccini parlano esattamente dell’Italia, non soltanto di uno spaccato sociale. Un grande autore e poeta come lui, proprio come tutti i grandi, quando parla attraverso le canzoni lo fa a livello universale. Si rivolge al pubblico con delle storie singole, però in quel piccolo film vediamo tutto il resto, non solo una microstoria. Questa è la grandezza dei bravi autori.
“Guccini ha visto lo spettacolo? Se la risposta è sì, vi chiedo che cosa vi ha detto. Se è no, che cosa vorreste dirgli?”
Per ora non è venuto, ma ha mandato la figlia in rappresentanza. Noi invitiamo i milanesi a venire a vedere “Talkin Guccini” perché parliamo anche degli spettatori e della vita di ognuno: dai ragazzini ai più anziani. E’ uno spettacolo dove ci si diverte, si pensa, si piange e c’è una bella malinconia sentimentale.