“APPUNTI G”, QUELLO CHE LE DONNE (NON) DICONO

 

Appunti G è uno spettacolo comico, tutto al femminile, che parte da una domanda. Cosa sanno le donne e gli uomini del punto G? I falsi miti, le ricerche, le dicerie e le strumentalizzazioni della sessualità femminile sono il tema principale di un discorso che si sviluppa per quadri, scene, interviste, foglietti illustrativi, bugiardini e affissioni pubbliche che rendono sfaccettata, persino quasi kafkiana, la lettura dell’universo sessuale femminile, anche quando dovrebbe essere semplice.

Alessandra Faiella, Livia Grossi, Rita Pelusio e Lucia Vasini portano in scena al Teatro Verdi di Milano fino al 19 novembre un testo da loro scritto con la collaborazione di Francesca Sangalli (l’unica delle autrici a non recitare sul palco). Le tre attrici comiche e la giornalista regaleranno come sempre al pubblico grandi risate, ma anche spunti di riflessione.

La parola a Lucia Vasini

“Oggi la sessualità è più libera rispetto a una volta o siamo più repressi e privi di libido?”

Io penso che quest’argomento sia sempre un tabù. Se ne parla ancora con pudore. Oggi, per certi versi, c’è una situazione ancora più difficile, perché la pornografia è molto in voga. Inoltre il web ne ha moltiplicato l’accesso a livelli esponenziali. La comunicazione è altissima, per cui veniamo a conoscenza di tante cose. Forse è un tabù anche per questo: perché è cambiato il modo di comunicare.

“Qual’è la percentuale di uomini che ha capito dove si trova esattamente il punto G?”

Che domandona! L’1%, forse. E’ una domanda imbarazzante. Lo so che non dovrei imbarazzarmi, però mi succede lo stesso. (ride)

“Allora la tolgo dall’imbarazzo e passo a un’altra domanda”.

Bravo!

“Non è forse venuto il momento di smettere di definirvi ‘il sesso debole’?”

Sinceramente io non mi sono mai sentita parte del sesso debole, perché ho sempre intuito la forza creativa della donna e la sua capacità di generare figli. Inoltre le donne hanno anche l’abilità di fare più cose contemporaneamente e soprattutto sanno amare. Detto questo, per me non esiste differenza tra i due sessi. Però questò è un ideale, un’utopia, perché di fatto la società è abbastanza maschilista. Non vorrei usare questo termine così obsoleto, però è cosi. Lo vediamo anche negli ambienti di lavoro, dove le donne oltre a essere retribuite di meno, sono anche le prime a essere licenziate. Se ci fosse un equilibrio tra maschile e femminile, il mondo sarebbe un fantastico paradiso.

Nello spettacolo è molto importante il confronto con Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini. In chiusura vogliamo approfondire quest’aspetto?”

Ne parliamo all’inizio, poi tutto si sviluppa molto liberamente con le nostre riflessioni di attrici comiche. Livia Grossi, come giornalista, ha portato degli spunti diversi, fatti di cronaca e interviste reali a donne-coraggio. Lei parla sempre di sessualità, ma in un altro modo. Pier Paolo Pasolini rappresenta un punto di partenza, così come Simone De Beauvoirperò poi in scena approdiamo a un discorso sulla sessualità dal punto di vista di noi donne contemporanee.