E’ in scena solo per due sere, venerdì 12 e sabato 13 gennaio, al Teatro Delfino di Milano Sparla con me. Si tratta di un recital scritto, diretto e interpretato da Dario Vergassola. Un monologo che prende spunto dai successi televisivi delle sue interviste lampo in trasmissioni di successo come Zelig e Sparla con me. Una ricca selezione che si rinnova continuamente con i momenti più esilaranti dei suoi incontri con tanti personaggi dello show business trattati con la consueta ironia e divertente irriverenza del comico spezzino. Nessun intervistato in tv è mai riuscito a rispondere alle sue domande, perché non importano tanto le risposte quanto far ridere il pubblico con il suo gusto “perverso” di mettere in imbarazzo gli ospiti con domande scottanti, spesso condite da allusioni sessuali.
Quattro domande a Dario Vergassola
“Qual è la formula di questo spettacolo?”
“La formula dello spettacolo è fondamentalmente il cazzeggio. E’ una cosa che si chiama cabaret e che oggi si chiama ‘stand up’, se no non sei figo, dove c’è uno solo soletto che racconta delle cose inframmezzate da qualche canzoncina, dove si parla di temi universali: il bar, la gnocca, forse un po’ di politica ma poca perché ha stufato, e vicissitudini amorose non corrisposte”.
“Parlerai anche di te?”
“Al centro ci sono io, sono al centro del mondo. Ognuno di noi è al centro dell’universo, quindi sì”.
“Puoi anticiparci qualche racconto particolarmente divertente?”
“E’ come chiedere a uno di fargli vedere le cose più belle che sa fare, quindi diventa difficile. Però ci sono delle cose tipicamente da bar, cioè le battute da bar che uno prende nelle dinamiche della concentrazione della battuta. Al bar ci sono dei personaggi straordinari che riescono a dire in una battuta qualsiasi tipo di ragionamento. L’articolo di un giornale è già il riassunto di un fatto accaduto. Il titolo di un giornale è il riassunto del riassunto. Racconto l’aneddoto di uno che stava giocando a boccette con un altro e ha letto sul giornale il titolo ‘Furto in casa Veltroni, la figlia dormiva’. Una si è girata e ha detto: ‘Tutta suo padre!’. Questo è già il riassunto del riassunto del riassunto, quindi la sintesi in realtà è molto cabarettistica. Il massimo della velocità dell’ironia fa il comico sveglio, quindi diciamo che sono quelli del bar”.
“Cos’è cambiato dai tempi in cui al Maurizio Costanzo Show cantavi Non me la danno mai?”
“Sono invecchiato parecchio. Costanzo mi ha richiamato e ho rifatto quella canzone ed è stato come risvegliarsi dal coma dopo 25 anni. Soprattutto non è cambiato nulla, perché la canto ancora con le stesse motivazioni”.