Una fantomatica produzione teatrale ambisce a inscenare la più grande opera poetica mai scritta: la Commedia di Dante Alighieri. Per l’occasione, sceglie di avvalersi di grandi nomi, ma qualcosa va storto e l’attore chiamato per interpretare Caronte non arriva.
Viaggio all’inferno – Sola andata è in scena al Teatro Leonardo di Milano dal 25 al 27 ottobre. Con la collaborazione ai testi di Valeria Cavalli e la regia di Alberto Oliva, lo spettacolo è interpretato da Corrado Tedeschi e Renato Mannheimer, con l’amichevole partecipazione in video di Martina Colombari, Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Franco Trentalance e Mino Manni.
Parlano Corrado Tedeschi, Renato Mannheimer e Alberto Oliva
“Come si è trovato Corrado Tedeschi nei panni di Virgilio?”
Corrado Tedeschi: “Mi sarei trovato bene se fosse partito lo spettacolo. Non parte mai. La cosa bella è che è un’attesa, infatti c’è un riferimento anche a Beckett. Un’attesa spasmodica dell’arrivo di Caronte, che deve farci attraversare questo Acheronte metaforico per farci poi vagare nel nostro inferno quotidiano che sono le nostre città, piene di dannati e di gironi. E’ quanto mai attuale. In realtà Caronte per un motivo o per un altro non arriva. Arriverà solamente alla fine con un colpo di scena clamoroso che riguarda gli spettatori, o meglio, uno degli spettatori, il quale ignaro non sa che cosa l’aspetta. Verrà a teatro tranquillo e si ritroverà all’inferno.”
“Come mai siete partiti da Beckett per arrivare a Dante?”
Alberto Oliva: “In realtà siamo partiti da Dante, siamo arrivati a Beckett e poi siamo tornati a Dante, è stato tutto un rincorrersi. Perché loro due sembravano Vladimiro ed Estragone di Aspettando Godot. Abbiamo cominciato a lavorare sul materiale di Dante, loro due si sono incontrati, hanno cominciato a raccontarci la loro esperienza con La Divina Commedia, e Valeria Cavalli che ha scritto il testo ed io abbiamo cominciato a giocare con loro due, che sono una coppia assolutamente inedita, perché Renato è alla sua seconda esperienza teatrale con noi, ma prima era un monologo. Corrado invece ha ovviamente una lunghissima carriera alle spalle, ma insieme non si sono mai incontrati e ci sono sembrati subito questi due personaggi. Allora è venuto quasi naturale fargli abitare questo spazio dell’attesa, che è un molo che dà verso il mare dove Caronte li deve venire a prendere e non arriva. Quindi loro non possono visitare l’inferno e se lo possono soltanto immaginare. Questo ovviamente ci ha dato molta più libertà di giocare con la materia dantesca, che è meravigliosa e che viene citata, giocata e messa in gioco spesso, ma poi loro hanno anche la libertà di immaginarsi chi vorrebbero incontrare e come vorrebbero che fosse il loro inferno, se ci dovessero andare per davvero.”
“C’è in atto un confronto dialettico tra Corrado Tedeschi e Renato Mannheimer?”
Renato Mannheimer: “Più che un confronto dialettico direi un insegnamento. Corrado Tedeschi è un grande attore. Io sono un parvenu. Non è vero che è la prima esperienza: lo facevo da piccolo al liceo. Ma faccio tutt’altro mestiere, non ho la capacità artistica di Corrado Tedeschi. Quindi io ho imparato poco, ma Corrado Tedeschi è stato così paziente da prendermi per mano e insegnarmi i rudimenti che non ho imparato. Dunque farò una figuraccia col pubblico. Però gli spettatori si divertiranno, mi prenderanno in giro e io mi travestirò anche da donna, sono completamente ridicolo. Quindi più che confronto dialettico lo chiamerei scuola di vita.”
“Siamo di fronte a una satira o a una presa in giro della Divina Commedia?”
Alberto Oliva: “Sicuramente a una satira, ovviamente non a una presa in giro. Dante è un maestro assoluto, non lo si può prendere in giro. Ci si può però giocare tantissimo, come con tutti i grandi capolavori della letteratura, che sono una fonte grandissima di ispirazione per giocarci intorno. Questo è un po’ il nostro spettacolo: un divertissement intelligente e raffinato, perché ci sono dei riferimenti giocati su alcuni gironi della Divina Commedia, che viene messa in gioco da noi ma nel modo in cui ci si può giocare, nel senso che tutti ce l’hanno come riferimento. Abbiamo la possibilità di contemporaneizzarla, attualizzarla, giocarci e riderci insieme, ovviamente non alle spalle di Dante che rimane un riferimento assoluto per tutti e con cui è bello passare una serata.”
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Alessandra Paoli per il supporto professionale