“FLASHDANCE”, IL SOGNO E IL CORAGGIO DI ALEX

Valeria Belleudi (Alex) e Lorenzo Tognocchi (Nick)

 

La storia di Alex, l’operaia saldatrice di Flashdance che insegue il sogno della danza, è sul palcoscenico del Teatro Nazionale di Milano fino alla sera di San Silvestro. Le canzoni più famose del film del 1983, come What a feeling, Maniac, Gloria, Manhunt e I love Rock’n Roll vengono eseguite in lingua inglese in un musical dall’atmosfera completamente nuova. L’attualizzazione dell’estetica anni Ottanta arriccchirà la scrittura originale del film per una versione indimenticabile e fedele all’originale. Alex appare qui come un’eroina indipendente e forte, che combatte e lavora in un mondo di uomini. Scoprirà anche l’amore e imparerà che per sognare in grande si deve credere in se stessi e non temere le sfide.

 

 

Il testo dello spettacolo è di Tom Hedley e Robert Cary e la musica di Robbie Roth, che ha scritto anche le parole insieme allo stesso Cary. Chiara Noschese ha curato la traduzione, l’adattamento e la regia. Sul palco, a interpretare il ruolo di Alex, troviamo Valeria Belleudi, mentre Lorenzo Tognocchi è Nick. Completano il cast Elisa Lombardi, Ilaria De RosaRossella ContuMarco StabileRoberto VandelliMichel AltieriAltea RussoLorena CrepaldiGiorgia ArenaGiorgia CinoAlessandra GregoriVeronica LepriGiovanni AbbracciaventoAngelo Di FigliaRenato TognocchiGianluca Briganti e Roberto Bani. Le coreografie sono affidate a Marco Bebbu.

 

La parola a Lorenzo Tognocchi (Nick)

“Parliamo un po’ del tuo personaggio”.

Nick è il capo dell’accaiaiera Hurley ed eredita l’onere di gestirla. Ovviamente ho adattato il mio personaggio a me stesso: io non sono come nel film un adulto. Ho 27 anni, quindi l’ho studiato su quello che sono io nella vita, cioè un ragazzo di 27 anni con tutte le sfaccettature tipiche della mia età. Soprattutto nelle scene d’amore tra me e Alex, mi relaziono con una leggera timidezza ed emotività. Questi aspetti hanno funzionato, perché grazie a Chiara Noschese e a Roberto Baniche è il suo aiuto regia, abbiamo trovato queste sfaccettature del personaggio molto naturali.

“Che indicazioni ti ha dato Chiara Noschese per interpretare al meglio il ruolo di Nick?”

Mi ha detto innanzitutto di essere me stesso e di credere in quello che faccio. Mi ha suggerito di osservare le persone più “altolocate” che trovo nella vita di tutti i giorni, il loro modo di stare seduti e la loro capacità di relazionarsi con le altre persone. Se vogliamo entrare un po’ più nello specifico, mi ha consigliato di seguire il metodo Stanislavskij.

“Hai voluto anche rivedere il film e prendere ispirazione da Michael Nouri o hai preferito non farti condizionare?”

Ho preferito non farmi condizionare, perché il mio è un ruolo un po’ diverso rispetto all’originale. Nouri era molto più adulto di me quando ha fatto il film e aveva un altro vissuto. Quindi ho preferito portare più in scena il mio carattere nella vita quotidiana. Ho creduto in quello che ho fatto e quando uno crede in quello che fa ottiene sempre un ottimo risultato.

“Quali sono gli aspetti caratteriali e psicologici dei personaggi che vengono più messi in luce?”

Mi viene subito in mente Gloria, una delle amiche di Alex, che cade nel tranello del capo di un locale a luci rosse e finisce in un giro di droga. Tocchiamo temi sociali come quello degli stupefacenti. Alla fine del musical, però, Gloria riuscirà a tornare sui suoi passi grazie all’aiuto di Alex, ma è comunque una figura debole.