Una miscela perfetta di suspense, thriller e comicità. Il non detto, i giochi di sguardi, un’atmosfera un po’ retrò, la tensione psicologica che cresce scena dopo scena.
Siamo negli anni ’50 in pieno clima londinese, quando nella locanda di Castel del Frate, i giovani albergatori Mollie e Giles Ralston affrontano una drammatica avventura assieme a cinque eccentrici clienti. Tutti sembrano avere qualcosa da nascondere, mentre un efferato omicidio compiuto a Londra sembra stranamente collegato con questo luogo.
Trappola per topi è in scena al Teatro San Babila di Milano. Tratto da uno dei capolavori di Agatha Christie e tradotto da Edoardo Erba, lo spettacolo è diretto da Stefano Messina (presente anche in scena) e vede protagonisti Claudio Crisafio, Carlo Lizzani, Annalisa Di Nola, Roberto Della Casa, Elisa Di Eusanio, Sebastiano Colla e Massimiliano Franciosa.
4 domande a Stefano Messina
“Prima domanda d’obbligo: quanto siete stati fedeli e quanto avete cambiato del testo di Agatha Christie?”
“Siamo stati fedelissimi e allo stesso tempo l’abbiamo tradita, come si deve fare sempre con un testo. Siamo stati fedeli nel senso che non abbiamo cambiato nemmeno una parola e che abbiamo ambientato comunque la pièce negli anni in cui l’ha scritta Agatha Christie, cioè nel dopoguerra. L’abbiamo invece tradita nel senso che firmando la regia mi sono molto divertito a prendere in giro il genere, ma sempre con grande rispetto e con grande affetto. Un esempio su tutti: gli attori fanno con la bocca le porte che cigolano, che come in ogni giallo che si rispetti non devono mancare.
Quindi è un gioco e un divertimento su quello che altrimenti sarebbe un giallo che probabilmente oggi nessuno scriverebbe in quel modo, perché ha un sapore vintage. Però credo che il fascino – come in tutte le cose vintage – sia proprio questo, per cui abbiamo rispettato nella forma e nel testo Agatha Christie, prendendoci però qualche libertà proprio sulla riscrittura scenica e quindi sulla regia.”
“Siamo di fronte a un vero giallo, intendo uno di quelli con un fuoco di fila di colpi di scena che fanno sobbalzare gli spettatori sulla sedia?”
“Assolutamente sì, però sempre in modo ironico, perché l’ironia è fondamentale in tutte le opere di Agatha Christie. Quindi si sobbalza sulla sedia sia per il giallo che per le trovate ironiche molto divertenti, che però non fanno mai calare la tensione. E’ questo il grandissimo equilibrio e il grandissimo merito della Christie: quello di avere scritto una commedia che è un giallo e un giallo che è sempre e comunque una commedia. Però i colpi di scena sono tantissimi. Lei infatti sposta sempre l’obiettivo e fa pensare che l’assassino possa essere uno e subito dopo un altro, per arrivare al colpo di scena finale che – come in ogni giallo che si rispetti – più è importante e più il giallo è riuscito.”
“In ogni giallo di Agatha Christie ci sono dei minimi comun denominatori indispensabili per un giallo con la “G” maiuscola: la meraviglia e le suggestioni dell’atmosfera britannica, e una bufera di neve che taglia i protagonisti fuori dal mondo. Possiamo aspettarci un domani da te una rappresentazione di un altro capolavoro come Assassinio sull’Orient Express?”
“(risata) Guarda, mi hai letto nel pensiero! Perché “Assassinio sull’Orient Express” è un mio vecchio “pallino”. Secondo me è uno dei gialli della Christie più riusciti, sia il romanzo che la prima edizione del film di Sidney Lumet del 1974. Io ce l’ho nel cassetto da molti anni. Devo dire che noi otto anni fa abbiamo sdoganato in Italia Agatha Christie proprio con “Trappola per topi”, che non so per quale motivo e in modo assolutamente sbagliato era considerata un’autrice da teatro di serie B. Successivamente a “Trappola per topi” abbiamo fatto “La tela del ragno” e “Assassinio sul Nilo”.
Dopo un po’ di anni volevo ritornare a riproporre Agatha Christie, ma in seguito è diventata un’autrice piuttosto inflazionata. Infatti hanno visto che funzionava e che il pubblico seguiva il giallo. Quindi non l’ho fatto subito, però è un sogno che ho nel cassetto, anche perché ora si può fare. Prima infatti si potevano fare solo i testi teatrali scritti e adattati dalla Christie per il teatro. Adesso invece le cose sono cambiate anche per quanto riguarda i diritti, quindi in teoria si potrebbe fare. Però bisogna anche trovare il momento giusto, ma mi hai letto nel pensiero perché ripeto: è il mio sogno nel cassetto!”
“Mi auguro davvero tra un anno di poterlo vedere e ti auguro di poterlo mettere in scena prestissimo. Tornando a “Trappola per topi” è obbligatorio dire che è in scena ininterrottamente dal 1952 in un teatro del West End londinese ed è lo spettacolo più replicato al mondo. A cosa si deve questo successo, secondo te?”
“Si deve alla macchina strepitosa messa in piedi da Agatha Christie. Lei ha scritto un testo eccezionale, anche se con incoerenze e cose pazzesche che non tornano e che è difficile possano succedere realmente. Lei a volte giustifica questi fatti straordinari e queste incoerenze. Però la scrittura, il meccanismo di narrazione drammaturgica e i colpi di scena sono talmente perfetti e straordinari che gli spettatori sono inchiodati alla poltrona. Inoltre si sostituiscono all’ispettore di Scotland Yard che porta avanti le indagini, perché vorrebbero essere loro i primi a capire chi è veramente l’assassino e dove si cela tra i personaggi.
Aggiungiamo poi la grandissima ironia di Agatha Christie e quella dei protagonisti nel prendersi in giro e il successo è facilmente comprensibile. Lei diceva che non è una commedia né un giallo né un commedia dell’orrore. Però proprio per questo mette insieme così tanti generi e così tanti elementi che il successo di questo grande titolo è garantito. Un grande titolo che conoscono tutti, ma che in realtà pochissimi hanno letto.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Roberta Cucchi per la gentile collaborazione