ANDREA ROBBIANO, “FARFALLE”

Un circo dagli animali strani, un uomo che ha dimenticato il sopruso di un essere umano su un altro essere umano, numeri sulla pelle. E poi una lettera mai arrivata. Infine un bacio alla stazione. Sono questi i temi principali di Farfalle, lo spettacolo in scena fino al 28 gennaio al Teatro Litta di Milano. Ne è autore e interprete Andrea Robbiano, che ci racconta la scomparsa delle farfalle e la storia di una lavagna su cui riportare il nome dei buoni e quello dei cattivi.

Immagini del canale Youtube “Emiliana Scala”

La parola ad Andrea Robbiano

Perché siamo di fronte a una prigione della memoria?

Bellissima domanda! Perché dallo spettacolo ho imparato che per ritrovare il contatto con la memoria emotiva occorre a volte liberarsi del ricordo dei numeri, dei fatti e delle conseguenze. Bisogna calarsi maggiormente all’interno della profondità emotiva e nel ricordo fisico di un determinato momento, che dal mio punto di vista può entrare meglio in contatto con il pubblico per raccontare una storia così difficile. Per quanto riguarda il racconto teatrale è meglio fare un po’ di confusione sui numeri e sui fatti, concentrandosi di più sull’importanza del valore umano.

Che cosa rappresentano simbolicamente le farfalle?

Nella narrazione della Shoah sono state usate tantissime volte e nei modi più diversi. Nel mio caso incarnano un simbolo grafico molto leggiadro e bello che l’oppressione di un essere umano su un suo simile può trasformare in una figura orribile.

Chi è l’altro uomo a cui parli?

Qualcuno a cui è necessario raccontare una storia. Può essere un amico o un giovane che non ha avuto la mia stessa opportunità: quella cioè di farsi spiegare dai nonni l’Olocausto. Ormai la narrazione di quella tragedia dal vivo fatta da qualcun altro non è più possibile per motivi anagrafici. Invece bisogna continuare a raccontarla, avendo ben presente che si sta parlando a qualcuno che non può vivere nemmeno lontanamente quell’esperienza.

A che cosa porta o dovrebbe portare la memoria profonda dell’esperienza fisica ed emotiva?

All’empatia, alla comprensione, a un tentativo di analisi della realtà e dei contesti di sopraffazione esistenti ancora oggi. Questi aspetti ci scivolano addosso e non vengono considerati: Due esempi attuali possono essere quell’enorme lager che è la Corea del Nord o i campi profughi alle frontiere dei paesi dell’est europeo.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Alessandra Paoli
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