SE LA STRANA COPPIA DI SAINT TROPEZ HA “IL VIZIETTO”

E’ considerato uno dei cult movie del genere queer (e non solo) più famoso di tutti i tempi: Il vizietto ci racconta la storia di Albin e Renato, magistralmente interpretati nel film di Edouard Molinaro da Michel Serrault e Ugo Tognazzi, una coppia omosessuale che gestisce un locale di performance en travesti, La cage aux folles, da cui è tratto il titolo originale dell’opera e dove Albin si esibisce come drag queen con il nome d’arte di Zazà.

Renato ha un figlio avuto da una precedente relazione, che sta per sposarsi con Adrienne. Quando però si tratta di far conoscere le rispettive famiglie, sorgono i problemi: il padre di Adrienne è un bigotto ultraconservatore e non accetterebbe mai di avere come consuocero un omosessuale. Ad Albin restano quindi solo due soluzioni: o eclissarsi completamente o adottare un look decisamente mascolino. Ne vedremo delle belle…

Il vizietto arriva al Teatro Nuovo di Milano fino al 2 febbraio con la regia di Claudio Insegno, che sul palco interpreta anche il ruolo di Renato. Albin ha invece il volto di Eraldo Moretto. Nel cast troviamo anche Alessandra Sarno, Andrea Carli, Francesco Bianchini, Giovanna Lupo, Guido Ruffa, Mirko Darar, Giorgio Centamore, Niccolò Umberto Minonzio ed Eleonora Saitta.

4 domande a Claudio Insegno

“La prima cosa che mi viene da chiederti è se secondo te “Il vizietto” è un’opera che si presta meglio al cinema o al teatro.”

Il Vizietto nasce come opera teatrale, quindi naturalmente penso che funzioni meglio a teatro. Però l’Italia e la Francia hanno fatto congiuntamente una versione italo-francese al cinema con Ugo Tognazzi e Michel Serrault che naturalmente ha spopolato. Quindi ha dimostrato di essere forte anche sul grande schermo. Però i due testi sono completamente diversi: c’è una base molto uguale al testo teatrale, ma nel film c’è un ritmo diverso, ci sono meno farsa, molto più amore e magari più profondità di parole e significato. Io infatti ho cercato di fare la versione più cinematografica, con un po’ più di profondità.”

“Il film è uscito alla fine degli anni 70 e oggi sarebbero davvero in pochi a scandalizzarsi o a storcere il naso per le tematiche trattate. E’ giusto dire che per l’epoca fu un testo molto coraggioso e di rottura?”

Rivedendo il film, ho davvero detto a me stesso che all’epoca hanno azzardato tantissimo! Erano veramente avanti anni luce, perché secondo me ancora oggi qualcuno storce il naso. Quindi vedere una platea che non solo si diverte ma che apprezza anche, vuol dire che se alla fine degli anni 70 hanno azzardato a fare una cosa del genere, erano veramente avanti. E’ bello constatare che comunque a quei tempi si tentava sempre di fare qualcosa di più, e ci riuscivano anche; magari non in Italia ma all’estero sì.”

“Hai tratto un po’ ispirazione per il ruolo di Renato dalla performance del grande Ugo Tognazzi o hai preferito non lasciarti condizionare?”

Io ricopro indegnamente il ruolo di Ugo Tognazzi. Però l’ho studiato talmente tanto che a volte ci faccio qualche “scivolata” dentro, ma naturalmente non ci riesco, perché ovviamente lui è più bravo! Sarebbe bello essere uguale a lui, però non è possibile. Ho cercato di fare qualcosa di suo perché era perfetto, quindi ho provato un po’ ad imitarlo. Ho fatto un po’ come ha fatto Robin Williams in Piume di struzzo: ho mischiato le mie capacità – se così si possono chiamare – con la bravura del grande Tognazzi.”

“Perché secondo te “Il vizietto” rimarrà sempre un cult e non tramonterà mai?

Perché parla d’amore nel migliore dei modi e in tutte le maniere: l’amore per la famiglia, quello tra una coppia e per i figli, l’importanza dell’amicizia. Ci sono veramente i temi più importanti e soprattutto spicca quello della famiglia, che è il più importante del mondo. Infatti nel film Piume di struzzo hanno messo la canzone We are family. L’obiettivo era far risaltare ancora di più il principio della famiglia e il fatto che si parlasse di quello e non di sesso.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Francesco Tomasi per la collaborazione