“IL BERRETTO A SONAGLI”: L’IPOCRISIA DI UNA SOCIETA’

E’ Luigi Pirandello a inaugurare la stagione del Teatro Manzoni di Milano, con un grande classico: Il berretto a sonagli, in scena fino al 27 ottobre. A vestire i panni del protagonista Ciampa è Gianfranco Jannuzzo, che interpreta un uomo vittima di un tradimento da parte della moglie. Nonostante l’oltraggio subito, Ciampa non si arrabbia, non si ribella, non dà in escandescenze come farebbe qualunque siciliano che si rispetti, ma accetta rassegnato la situazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità.

L’intervista video a Gianfranco Jannuzzo

Oltre a Gianfranco Jannuzzo, lo spettacolo diretto da Francesco Bellomo che ha anche adattato il testo con Moreno Burattini, vede protagonisti Emanuela Muni (Beatrice), Alessio Di Clemente (Fifi), Rosario Petix (il commissario Spanò), Alessandro Ferrara (Fana), Carmen Di Marzo (Saracena) e la partecipazione di Anna Malvica nel ruolo della signora Assunta.

Il trailer dello spettacolo

Intervista a Gianfranco Jannuzzo

“E’ la società a costringere Ciampa a questo atteggiamento così rassegnato o è lui stesso a imporselo?”

Io credo che sia la società di quegli anni a imporgli un comportamento, costringendolo ad adeguarsi alle sue regole. Quel mondo aveva prima di tutto una concezione pessima delle donne. Oggi le cose sono cambiate: il delitto d’onore, che consentiva di uccidere una donna in caso si fosse macchiata di tradimento, è stato abolito nel 1981. Oggi ci sono invece un rispetto sacrale, una cultura e un culto verso le donne, e non solo in Sicilia. Le donne sono considerate infatti quell’elemento meraviglioso che governa la famiglia, il nucleo fondamentale della società.

In questa commedia, attualissima anche se è stata scritta cent’anni fa, si mettono in luce l’ipocrisia e la forma che non sempre è sostanza. Qui ci sono tutti gli elementi di Pirandello: il volto e la maschera, l’essere e l’apparire, l’ipocrisia della società e la follia, che in questo caso è dirimente. Ciampa è una persona corretta, è un grande personaggio, meraviglioso, intellettualmente onesto, puro e candido. Lui non si vuole sporcare le mani e non desidera ammazzare nessuno. E’ una commedia che contiene tutti questi elementi meravigliosi e li racconta in maniera magistrale.”

“Che cosa significa per Ciampa mantenere l’onorabilità?”

L’onorabilità è data dalle regole imposte dalla società. Ciampa si è guadagnato il suo stato sociale: è solo uno scrivano, ma è amatissimo dal principale proprio per questa sua rettitudine morale. Inoltre è apprezzato anche da tutti gli altri. I guai cominciano quando la vicenda, – non si sa per quali motivi – vira verso una meravigliosa storia d’amore. Ciampa è talmente innamorato di sua moglie da mettere in conto la possibilità di dividerla con un altro uomo. Questa è una cosa contro natura, non soltanto per un siciliano, ma anche per uno svedese o un norvegese.”

“Ne hai appena accennato, ma volevo approfondire un po’ quali sono gli aspetti più significativi del carattere di Ciampa.”

“Ciampa è onesto, ha una sua etica alla quale non vuole assolutamente rinunciare. Questo personaggio è stato il cavallo di battaglia di Turi Ferro, di Paolo Stoppa e di Eduardo De Filippo. Mi viene in mente una frase di Corrado Alvaro che dice: non c’è cosa peggiore che possa succedere alla società che la convinzione che vivere in maniera onesta sia inutile.

Ciampa è un reietto, un pover’uomo che ha uno stipendio misero, conquistato però con la propria serietà. All’inizio è un mite, è un tipo molto umile. Più che rassegnato, è dignitoso, ma rimane comunque un sottoposto. E’ un uomo onesto, retto, leale e soprattutto non gli piace che vengano commesse azioni scorrette intorno a sé. La sua società non gli piace e lui lo dice anche, perché Pirandello non lascia niente al caso. E’ un sognatore che poi, di fronte alla tragedia della vergogna sociale, reagisce in maniera violenta.”

“Che cosa significa per Gianfranco Jannuzzo interpretare un siciliano doc come lui?”

E’ una grande responsabilità, perché ci tengo sempre molto a non deludere la fiducia che mi viene accordata.

Pirandello era agrigentino come me. Mio padre era un insegnante di lettere, quindi io ho sempre respirato il mito e l’orgoglio di quest’autore, che ha reso universali vicende molto provinciali della nostra Agrigento.

Mi aspetto che sia il pubblico a decidere cosa sarà di me e della mia interpretazione, perché al pubblico non si può e non si deve mentire.”

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Manola Sansalone per il supporto professionale