MUMEMI, LE CANZONI PER NON DIMENTICARE DEI DUPERDU

La musica e i luoghi di Milano come simbolo della memoria storica. Il dramma della Shoah, che non deve essere mai dimenticato, non solo nei tempi felici ma soprattutto in quelli bui come quelli di oggi.

In occasioni delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, Marta M. Marangoni e Fabio Wolf, ovvero il duo teatral-musicale Duperdu, accompagneranno il pubblico in un viaggio virtuale di 10 tappe nel capoluogo lombardo sulla piattaforma Izi.travel. Centro e periferia, presente e passato saranno quindi collegati dal fil rouge della musica. Potete seguire la diretta del virtual tour attiva dalle 10.30 del 27 gennaio nel video qui sotto facendo copia-incolla di questo link nella barra degli indirizzi.

https://izi.travel/it/f4f2-mumemi-music-and-memories-of-milan-canzoni-per-non-dimenticare/it

Quattro domande a Marta M. Marangoni

Che cos’è “La canzone Fattapposta?

E’ un brano creato ad hoc per qualsiasi cosa, addirittura per un cavallo. Ne abbiamo composte 300 personalizzate e sono state accolte molto bene dal pubblico. Nel 2020 Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti, ci ha chiesto di applicare la formula ai paesi colpiti dalla pandemia. Abbiamo scritto una canzone per Codogno, Cologno Monzese e Alzano Lombardo. Siamo poi andati in tournée a dedicarla a questi comuni. E’ stato molto emozionante.

Per il 27 gennaio abbiamo pensato ai luoghi della Memoria della città: abbiamo intervistato i cittadini che passavano davanti a San Vittore e il progetto è piaciuto al Comune di Milano che lo ha sostenuto anche quest’anno. Si chiama MuMeMi, Music and Memories of Milan – Canzoni per non dimenticare.

La canzone fattapposta è destinata ai luoghi della Resistenza e della Memoria. Quest’anno ci siamo spostati in luoghi più periferici come Gorla, dove nel 1944 ci fu il bombardamento della scuola che costò la vita a 184 bambini. Abbiamo incontrato e ascoltato i testimoni della strage che oggi sono anziani sopravvissuti a quest’immensa tragedia, ma che allora erano bambini. Poi è stato il turno del Monumento del Deportato al Parco Nord, dove Giuseppe Valota, ex presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, scomparso di recente, ha raccolto tutti i nomi e ricostruito le storie di 500 deportati nei campi di concentramento per rappresaglia dopo gli scioperi del marzo 1943. Ne sono tornati meno della metà.

Il rifugio antiaereo di viale Bodio 87 è stato riportato alle origini dal lavoro indefesso di Laura Barbirato, che ha raccolto i fondi per liberare gli scantinati, renderli agibili e realizzare una mostra. A Niguarda, poi, c’è un grandissimo murales dedicato alla partigiana Lia, che fu uccisa dai mitra nazisti il giorno prima della Liberazione, il 24 aprile 1943, quando era incinta di otto mesi. Per me è particolarmente emozionante perché ho interpretato la sua storia in teatro per 20 anni nello spettacolo Nome di battaglia Lia diretto da Renato Sarti. Le persone da noi interpellate ci hanno regalato la loro voce e il loro pensiero. Sono state una sorta di laboratorio teatrale e io ho montato ad arte questo collage di voci. Ogni contributo ha un grande valore perché ha rappresentato un incontro che è stato anche un confronto e un racconto dei valori comuni legati a queste tematiche. Vedrete anche un video che riporta il nostro passaggio nei luoghi storici della Resistenza, proprio perché vogliamo valorizzare quegli eventi ricordandoli.

Qual è il potere della musica in una giornata come quella della Memoria?

Sicuramente quello di unire simbolicamente tutto il percorso e capire la peculiarità di ogni storia. C’è però anche un fil rouge che lega tutti i luoghi al ricordo e alla ricerca della verità. Infatti la musica non ha solo il potere di unire ma anche quello di muovere le emozioni. La data del 20 ottobre 1944, quando morirono i bambini della scuola di Gorla, è scolpita come una pietra nella mia mente. L’obiettivo è quello di generare emozioni affinché questi fatti non si ripetano. I valori e la memoria dietro queste storie devono rimanere solidi.

E’ più facile per voi artisti sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema come l’Olocausto di quanto lo sia per le istituzioni politiche o per i mass media, che a volte parlano un linguaggio di difficile comprensione?

Sì. Il teatro e l’arte sono strumenti in mano alle istituzioni per arrivare alla “pancia” degli spettatori. Serve sia l’informazione tout court che l’impegno degli artisti desiderosi di comunicare contenuti importanti, come per esempio Leonardo Manera, Alessandro Milan, Arianna Scommegna e Cinzia Spanò. Tali contenuti possono essere veicolati con leggerezza e divertissement anche dalle scuole, come ci ricorda Diana De Marchi, consigliera comunale oltre che insegnante. Grazie all’arte e alla musica possono restare e sedimentarsi ancora di più rispetto a un’informazione che arriva razionalmente nel nostro cervello.

So che in futuro tu e Fabio Wolf pensate di ampliare il progetto. Puoi già darci qualche anticipazione?

Durante la pandemia noi abbiamo imparato a usare le piattaforme. Izy.travel è ampiamente utilizzata in tutto il mondo e si occupa soprattutto di audioguide. Immaginate una cartina di Google su cui ci sono dei pallini. Cliccandoci sopra vi collegherete a un audio o a un video. Se attraverserete il posto, ascolterete l’audioguida. Da casa, invece, potrete guardare il video con i Duperdu che attraversano questi luoghi. E’ una piattaforma gratuita e implementabile. L’idea è infatti quella di coprire tutta la città ma anche di uscire dai suoi confini con i luoghi che ci verranno segnalati per lavorarci sopra. Si tratta dunque di un progetto potenzialmente aperto.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Foto in evidenza di Antonio Occhiuto
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