“CIRANO DI BERGERAC”: L’ANTICONFORMISMO DI UN RIBELLE

Fino al 6 febbraio il Teatro Menotti di Milano ospita il Cirano di Bergerac di Corrado d’Elia, che interpreterà in maniera sentita e appassionata l’indomito guascone dal lungo naso e dall’irresistibile vitalità, e ci racconterà del suo amore non corrisposto per Rossana, innamorata però di Cristiano, bello ma privo di spirito.

Adattato e diretto da Corrado d’Elia, lo spettacolo vede protagonisti Chiara Salvucci, Marco Brambilla, Andrea Bonati, Giovanni Carretti, Francesco Cordella, Federica D’Angelo, Carlo Di Florio, Alessandro Labiad, Stefano Pirovano, Denise Ponzo e Marco Rodio.

Parla Corrado d’Elia

“Quanto è cambiato dal 1996 ad oggi il tuo Cirano?”

“Tanto e poco insieme. Tanto perché se riguardiamo quei video che ancora ho, c’erano altri riti. Oggi è uno spettacolo molto più veloce, molto più frizzante, molto più divertente e molto più sentito. E’ come registrare un motore o i freni di una macchina. Ogni volta che noi lo riprendiamo lo mettiamo in prova e ogni volta andiamo a migliorarlo. E poi cambiano gli attori, i caratteri e le personalità. In questo senso è diverso. L’anno scorso abbiamo fatto una versione con gli attori storici, quindi era una versione più agé. Quest’anno invece è tornata la versione più giovane. Quindi c’è più energia, dipende dagli anni.”

“A cosa si ribellava Cirano?”

“Cirano si ribella alle ingiustizie, alle ipocrisie, alle falsità e a quello che a quei tempi potevano essere i falsi nobili. Oggi potremmo dire che si ribella all’imbecillità in generale, all’ignoranza e alla stupidità che nomina prima di morire. E’ un tema molto presente ai giorni nostri. La stupidità ci governa e quindi dovremmo essere tutti Cirano.”

“A che cosa è fedele Cirano?”

“Innanzitutto a se stesso e ai propri ideali. E poi anche all’idea del sentimento dell’amore e all’amicizia. E’ talmente fedele a questi ideali che decide di stare nell’ombra e di non esporsi. Se pensiamo a queste cose rapportate a oggi che c’è una mania vuota di protagonismo, ci suonano strane. Oggi tutti sono e tutti vogliono apparire. Direi che potrebbe essere anche questo un esempio da seguire.”

“Quale sarà il prezzo che dovrà pagare?”

“Il prezzo è totale: la rinuncia al proprio sentire, a un amore grande, a essere e quindi ad apparire. Alla fine non muore come vorrebbe, perché il suo desiderio sarebbe quello di morire su un campo di battaglia colpito da una spada di un eroe nel petto, invece muore colpito alle spalle da un servo con un tronco sulla testa. Fa una morte imbelle. In qualche modo mi ricorda Pier Paolo Pasolini, morto in una periferia, ancora adesso non si sa come.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Linda Ansalone per la gentile collaborazione